domenica 24 dicembre 2023

PAROLA DI SCRITTORE (2x04): BABBO NATALE E L'INVENZIONE DELLE STORIE (Un racconto - Versione per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti a questa puntata pre-natalizia di Parola di Scrittore!... Una puntata speciale in cui non solo vi donerò un mio racconto con protagonista Babbo Natale, ma per la quale vi ho preparato una sorpresa: una Pagina del mio blog dedicata a questa rubrica in cui potete trovare i testi di tutti i miei interventi, della prima e di questa stagione (CLICCA QUI). Tale Pagina sarà aggiornata dopo ogni puntata.

Ma, ora, lasciatevi trasportare sulle ali della mia fantasia di scrittore col racconto intitolato Babbo Natale e l’invenzione delle storie.


Era una notte di Natale di tanto tempo fa, e la casa di Babbo Natale era in pieno fermento. Era una casa enorme, molto più grande di quanto possiamo mai immaginare, e piena di colore. Tantissimi elfi, gnomi, e folletti lavoravano senza sosta; era la vigilia di Natale, e dovevano impacchettare ancora moltissimi doni: trenini, bambole, pupazzi, libri!… Niente giocattoli violenti, però: niente regali che riproducessero armi o lotte, ma solo doni che alimentassero l’armonia e la voglia di stare insieme. Se ti scambi una bambola, ti fai una tenerezza, era solito dire Babbo Natale, ma se ti scambi un pugno, ti fai solo del male!

Lui, quella notte, avrebbe fatto il giro delle case di tutto il mondo, a bordo della sua slitta volante trainata dalle sue velocissime renne, a consegnare i regali ai bambini.

Oh, già! Era un po’ stanco, ma doveva comunque farlo: ogni promessa è debito!

Babbo Natale era sicuro che i suoi aiutanti avrebbero preparato tutto in tempo; tuttavia era accigliato: c’era qualcosa che gli sfuggiva!

Ma cosa?

Sì, certo: tutti sapevano che quella notte lui sarebbe arrivato, così come ciascuno sapeva che non l’avrebbe visto; tutto questo avrebbe unito gli uomini per quella notte, ma lui voleva donare loro qualcosa di speciale, qualcosa che li unisse per tutti i giorni dell’anno!

Stava camminando, tenendosi il mento con una mano, quando Sparky, il suo folletto di fiducia, gli si parò davanti e gli mostrò un gigantesco sacco di sale su un altrettanto gigantesco carrello rosso spinto da un folletto e trainato da un altro. “Allora, capo, questo sarebbe il sale da mettere nelle zucche degli adulti! Vuole provare a mettercelo anche quest’anno?” gli domandò, intendendo con zucche le teste, e con sale un po’ di saggezza.

Oh, no! Ormai ci ho rinunciato! Gli adulti non vogliono avere molto sale in zucca, e io non voglio più sprecarlo!” rispose Babbo Natale. “Occorre un’altra cosa!... Ma cosa?

In quel momento arrivò Folly, la figlioletta di Sparky, che tutta saltellante esclamò: “Papà, papà; ho una bellissima storia da raccontarti!”.

“Aspetta un momento: non vedi che sto lavorando?!”

“Ma questa è una storia bellissima, piena di personaggi e di paesaggi! Me l’ha raccontata Nerino!”

Babbo Natale inclinò la testa verso di lei, e disse: “Nerino? E chi è Nerino?”.

Sparky tentò di intromettersi. “Capo, avremmo un po’ di fretta! Manca poco alla mezz…”

“Aspetta un momento, Sparky: non vedi che sto lavorando?!” lo interruppe bruscamente Babbo Natale. Poi, calmo, si rivolse di nuovo a Folly. “Allora, chi è Nerino?”

“E’ un mio amico che abita molto lontano da qui. Ci vediamo pochissimo, ma ci sentiamo molto spesso attraverso il Lungo Tunnel Sonoro. Ci raccontiamo delle storie bellissime; poi, ognuno di noi va in giro a raccontare quelle dell’altro. E questa volta Nerino me ne ha raccontata una bellissima!”

A Babbo Natale non servì sapere altro; inspirò profondamente e tuonò: “FATA DORINA!!!!!!!!!!!”.

Una piccola fata, col vestito azzurro e i capelli color del sole, si materializzò davanti a lui, sospesa nell’aria.

“Fata Dorina, questa è Folly! Fatti spiegare come si costruiscono le storie, e crea una polvere magica che permetta a tutti di inventarle!”

“Sì. Ma ci vorrà un po’ di tempo” azzardò lei, timida.

Oh, certo!” Babbo Natale consultò il suo orologio da polso. “Hai mezz’ora; poi, a mezzanotte in punto, io partirò!”

Fata Dorina si bloccò, titubante.

“Problemi?” esclamò Babbo Natale, corrugando la fronte.

“No, no. Nessuno” rispose lei. Invece, di problemi per creare una polvere magica come quella in così poco tempo, ce n’erano, eccome! Ma come si poteva negare un favore a Babbo Natale?

Così, Dorina, prese per mano Folly, e svanirono.

Babbo Natale si rivolse ai due folletti addetti al carrello con l’enorme sacco di sale, e disse: “E voi, svuotate subito quel sacco e riempitelo con la polvere magica che vi darà Fata Dorina!”.

I due folletti lo guardarono allibiti, con due occhi grandi così, ma non dissero nulla e riportarono il sacco indietro per fare il lavoro.

Babbo Natale si voltò e, tutto soddisfatto, sorrise tirandosi su il suo bel pancione.

Oh! Oh! Oh!” gongolò. Quell’anno avrebbe fatto un bellissimo regalo; non solo ai bambini, ma anche agli adulti: la polvere magica Inventa-storie!... Così, ogni persona sarebbe diventata un po’ magica e avrebbe potuto inventare una propria storia, creando personaggi e paesaggi. Ciascuna di queste storie, poi, sarebbe passata di persona in persona, di bocca in bocca, valicando cielo, mari, e monti, senza incontrare alcun ostacolo; e tutte le persone si sarebbero trovate unite dalle loro stesse storie. Per tutti i giorni dell’anno! Oh! Oh! Oh!


©Sergio Rilletti, sabato 23 dicembre 2023, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta


lunedì 4 dicembre 2023

PAROLA DI SCRITTORE (2x03): MyLife - IL RINNOVO DELLA RINASCITA (Un testo autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)


Salve a tutti, e Benvenuti alla terza puntata di Parola di Scrittore!... Questa volta vi parlerò della mia rinascita e di cos’ha comportato a me e agli altri… voi compresi!

Mentre stavo meditando su quale argomento trattare oggi, infatti, mi sono accorto che erano passati quattro anni dalla Pizzata della Rinascita, che organizzai insieme ai miei amici milanesi il 14 novembre 2019, per celebrare il fatto che, esattamente un anno prima, dopo trentadue giorni di villeggiatura forzata nel reparto Medicina 3 dell’Ospedale Sacco di Milano, me ne tornavo a casa; vivo!... E alla fine di quella storica pizzata, unica per il suo significato, dedicai a loro, ai miei amici, una poesia, intitolandola, appunto, La Pizzata della Rinascita (che potete trovare sul web - CLICCA QUI).

Così, il 14 novembre scorso, su Facebook, ho voluto ringraziare la splendida équipe di quel reparto, che cinque anni fa mi aveva salvato la vita. L’avevo già fatto nel mio libro Mister Noir (Oakmond Publishing - CLICCA QUI) e altrove.

Già. Ma come ho speso questi cinque anni in più?

Innanzitutto, il 30 gennaio 2019 pubblicai sul mio blog una nuova poesia, intitolata Buon anno, nuovo anno! (CLICCA QUI), sostenendo che gli auguri di Buon Anno valgono comunque un anno (indipendentemente dal giorno in cui si fanno) e raccontando ciò che mi era accaduto, accennando che il pensiero di un certo impegno, che avevo preso con l’Associazione Progetto Cine Indipendente di Celle Ligure, mi aveva dato la forza per uscire da lì per mantenerlo; Stefano Pastorino la notò e mi chiese di poterla leggere nel suo programma… dando il via, un istante dopo tale lettura, alla creazione di questa rubrica. Quindici puntate, a cadenza settimanale, dove, dopo aver esordito con una breve avventura di Mister Noir - che avevo concepito proprio in forma di audioracconto (CLICCA QUI) -, mi cimentai nelle più diverse forme di comunicazione, riuscendo a mantenere sempre il mio impegno con Stefano Pastorino e con voi.

Poi, il 14 novembre di quell’anno, ci fu la Pizzata della Rinascita, che nella mia testa avevo programmato già da un anno, appena uscito dall’ospedale; e pochi giorni dopo entrai, per un periodo di prova, in una casa, che chiamerò Disability House, con altri inquilini con disabilità. Andò piuttosto bene, e io, come scrittore, esaltai quella realtà, dove, seppur con un certo adattamento da parte mia, era quanto di più vicino a ciò che potessi desiderare per il mio futuro; ma, al contempo, notai un comportamento omertoso da parte di due operatori nei confronti di un’inquilina, e, dopo aver comunicato il mio disappunto a loro, lo segnalai alla mia referente, fidandomi di lei.

All’inizio del 2020, volendo sempre affinare la mia tecnica di scrittura, frequentai un Corso per Cronisti di Quartiere, imparando alcune tecniche che, ora, quando scrivo un articolo per il webzine Fronte del blog, metto in pratica.

Affrontai il lockdown senza poter vedere più gli amici, e soprattutto le amiche, ma, grazie ai miei innumerevoli interessi - tra cui la scrittura, la musica, e la lettura -, senza neanche mai annoiarmi.

Il 4 ottobre 2020 uscì Mister Noir, che fu oggetto di diverse interviste e presentazioni.

La Fondazione Idea Vita volle pubblicare un’avventura di Mister Noir nel suo serissimo e importante volume A casa come va?, e io ne scrissi una per l’antologia Natale a Milano-Libro giallo, che ambientai in piena pandemia per soddisfare la richiesta di alcuni lettori.

Il 2021 fu caratterizzato dal mio ritorno a Disability House, per fare un’altra sperimentazione, che però andò decisamente male: i membri di quell’équipe, che un anno e mezzo prima mi avevano accolto così bene, non volevano più darmi retta (né per quanto riguardava me né riguardo a ciò di cui ero stato testimone), e, grazie alla loro regola di doversi credere a vicenda, si mentivano bellamente tra di loro, ignorando totalmente ciò che dichiaravo (e tentando persino di farmi passare per un tipo problematico). Un sistema omertoso assolutamente perfetto, che però, probabilmente grazie anche al fatto di essere uno scrittore, e quindi munito di una certa credibilità (un piccolo dettaglio che certamente non avevano considerato!), riuscii a debellare, raccontando semplicemente la verità a chi di dovere… mettendo così in azione un meccanismo, che poi ha continuato per conto suo, che ha portato alla polverizzazione, quasi totale, dell’intera équipe, responsabile compresa.

Una vicenda che agli inizi del 2022 narrai, più nel dettaglio, in un articolo che scrissi per il sito della LEDHA-Lega per la dignità e i diritti delle persone con disabilità, intitolato Io e gli educatori da rieducare (CLICCA QUI).

Poi, come ben sapete dalla prima puntata, quest’estate, a Celle Ligure, nonostante le mie notevoli difficoltà motorie mi adoperai per salvare la vita a un ragazzino (CLICCA QUI).

Ora, tutto questo discorso, generato dalla voglia di trovare un senso a questi miei cinque anni in più e che potrei intitolare Il rinnovo della rinascita, merita una degna conclusione, una frase che, come una cornice, racchiuda tutto quello di cui vi ho parlato in queste tre puntate: la gratitudine, la fermezza nel mantenere gli impegni presi (anche quelli presi solo con se stessi), e la reattività contro realtà deplorevoli, o comunque preoccupanti, di cui siamo diretti testimoni. Una frase che ci coinvolge direttamente tutti e che ci riporta a oggi, 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una frase emblematica non mia, ma di Martin Luther King, con la quale vi saluto e che recita così: “La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva il momento in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla perché è giusta”. 

©Sergio Rilletti, sabato 25 novembre 2023, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta


lunedì 16 ottobre 2023

PAROLA DI SCRITTORE (2x02): MyLife - UNA PICCOLA LEZIONE DI INDISCIPLINA (Un articolo autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti alla seconda puntata di Parola di scrittore!... Oggi vi farò una vera e propria lezione di Indisciplina; ma non quel tipo di indisciplina, brutta e violenta, di cui veniamo a conoscenza tramite i telegiornali, bensì un altro tipo di indisciplina, risoluta ma non violenta, atta a migliorare il nostro mondo circostante (e, di conseguenza, la società).

Sì, perché Mister Noir è ufficialmente presentato come L’investigatore più ironico e meno politically correct d’Italia, ma il suo biografo, affetto da tetraparesi spastica come lui, non è certo da meno.

Quindi ora comincerò a raccontarvi due fatti risalenti al mio periodo scolastico, per poi arrivare ai giorni nostri.

Innanzitutto, io, dalle scuole elementari in poi, ho frequentato solo scuole normali, che, a differenza di quelle speciali, ammettevano anche l’inclusione di persone senza disabilità.

Un lungo periodo in cui, tra le altre cose, mi è capitato di contrappormi a delle realtà che non mi piacevano, armato solo della mia macchina per scrivere elettrica.

Il primo fatto è accaduto alle scuole medie, quando, su suggerimento di mia madre, scrissi una lettera, che feci recapitare alla preside, per protestare contro il cambio della mia insegnante di sostegno, che, a differenza di quella precedente, non mi sembrava molto lungimirante. La preside lesse con piacere la mia lettera, ma mi disse che purtroppo tale sostituzione non dipendeva da lei ma dal Provveditorato, e che quindi non poteva farci nulla. Già, non avevo ottenuto quello che speravo, ma intanto l’avevo fatta partecipe di quello che pensavo.

Il secondo fatto, invece, è avvenuto alle scuole superiori, quando, approfittando di un tema in classe, decisi di esternare il mio disappunto sul comportamento persecutorio che la professoressa di Francese, che nominai precisandone pure il cognome, secondo me aveva nei confronti di una certa mia compagna di classe. Alla riconsegna dei temi, parlando in generale, la professoressa di Italiano - una delle undici persone piuttosto speciali a cui ho dedicato il mio libro -, con un po’ di imbarazzo, volutamente accentuato, ci disse che non era affatto necessario essere così precisi con i nomi dei professori; ma intanto aveva dovuto prenderne atto.

Ebbene sì; perché, come molte cose importanti della vita, anche l’indisciplina si impara a scuola.

Un tipo di indisciplina che non ho mai smesso di coltivare, come persona e come scrittore, applicandola in diverse circostanze, convinto che sia doveroso, per chiunque, non limitarsi ad alzare le mani in segno di illusoria astensione da ciò di cui si è visto e sentito (alleandosi così, automaticamente e silenziosamente, con chi ha torto), ma di rendersi partecipe di un tentativo di miglioramento dei rapporti altrui o di un vero e proprio atto di solidarietà verso chi sta subendo il torto.

 Un tipo di indisciplina a cui mi hanno responsabilizzato i lettori dopo il successo di Solo! (CLICCA QUI), la mia drammatica avventura al Parco di Monza che vi invito caldamente a scaricare gratuitamente dal web, dicendomi che ora dovevo continuare a denunciare ciò che non andava.

E così ho fatto.

Nel corso degli anni ho sempre testimoniato cercando di far trasparire la verità, che non ha nulla a che fare con il punto di vista, mettendo in crisi anche organizzazioni di volontari, educatori, fisioterapisti, operatori socio-sanitari… fino ad arrivare a polverizzare, quasi letteralmente, l’équipe di una struttura - tipo comunità - che, per qualche imperscrutabile motivo, aveva deciso di osteggiarmi in tutti i modi, tentando pure di farmi passare per un tipo problematico.

E tutto questo, armato solo del mio computer: l’evoluzione naturale della mia macchina per scrivere elettrica.

Lo stesso computer che uso per scrivere le avventure di Mister Noir e le sue estenuanti battaglie contro la famigerata Organizzazione della Spada di Damocle, che, con i suoi Agenti Operativi e Agenti Inconsapevoli, si cela nella vita di ciascuno di noi con volti di persone di cui ci fidiamo. Ma a cui tutti, persone disabili  comprese, con le proprie capacità, possono, e devono, opporsi. Anche a costo di fare palesemente la figura degli indisciplinati.


©Sergio Rilletti, sabato 14 ottobre 2023, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta


lunedì 11 settembre 2023

PAROLA DI SCRITTORE (2x01): MyLife - IO E IL PICCOLO TUFFATORE (Un racconto autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti alla prima puntata di questa seconda stagione di Parola di Scrittore!... Oggi vi racconterò una vicenda che ho realmente vissuto, a  luglio, a Celle Ligure. Una storia che avevo già raccontato, brevemente, in un post su Facebook, ma che ora, per la prima volta, narrerò in versione integrale, con particolari inediti mai raccontati prima. Una storia che invito tutti i ragazzi, ma anche gli adulti, ad ascoltare attentamente.

Celle Ligure, venerdì 14 luglio 2023, ore 18.30 circa

Era una giornata di pieno sole, e io stavo andando, con la mia carrozzina elettrica, sulla passeggiata lungomare; mi trovavo all’altezza della spiaggia libera e dei Piani di Celle, quando vedo un ragazzino dai capelli castani e corti abbarbicato sull’angolo in cemento che completa il parapetto d’acciaio e da cui spunta un lampione. Con la schiena appoggiata a quel lampione, diversi metri sotto di lui c’è il mare con scogli sparsi appena sotto il pelo dell’acqua, un po’ più a destra un molo costituito da altri scogli, e, a sinistra, una serie di piccole insenature scavate nella parete rocciosa sotto la passeggiata.

Il ragazzino vuole tuffarsi, e fa lo spavaldo con due o tre amici che sono già in acqua e che lo incitano a buttarsi. Lui continua a fare lo spavaldo, si vede che ci tiene proprio a fare bella figura con loro, ma non si decide a saltare. Gli amici lo scherniscono, e lui, per farsi sentire da loro, urla: “Io voglio farlo, ma mi […] addosso!”.

A questo punto una signora bionda, con marito e figlia adolescente al seguito, si ferma e tenta di farlo ragionare, dicendogli che non deve fare una cosa solo perché qualcuno gli dice di farla: il marito la deride, dicendole che dice così solo perché vorrebbe farlo lei, e incita il ragazzino a tuffarsi; e la figlia, seppur in modo poco convinto, le dice di lasciarlo fare.

Poi, l’adolescente, vedendolo ancora lì, con aria un po’ di sfida ma sempre poco convinta, gli dice: “Dài, tuffati”.

Il ragazzino urla ancora la sua incertezza, la signora gli dice che se non è sicuro non deve farlo e gli chiede se si è già tuffato da lì: lui prima risponde di sì,

(la ragazza fa notare la risposta a sua mamma),

ma poi, quando la donna gli ripete la domanda, ci ripensa e risponde di no; la signora allora gli consiglia di non farlo, io le do ragione, e la adolescente, rivolgendosi a lui, glielo fa notare.

Lui si gira di scatto verso di me, e mi nota. Mi chiede “Devo farlo?”, e io rispondo (anche con un deciso gesto di diniego con la testa): “No”.

Ma i tipi di sotto continuano a confondergli le idee, e lui si distrae. E, rivolgendosi sempre a loro, urla, per la terza volta, la sua incertezza; e, sempre in modo concitato, aggiunge: “Appena va via lei, lo faccio!”.

Ma la signora è spaventatissima, probabilmente non sente le parole del ragazzino, ed esclama: “Non voglio vedere, non voglio vedere!”; e, con marito e figlia, se ne va. Si gira ancora una volta verso il ragazzino, ma poi, con mio grande stupore, prosegue per la sua strada.

Anch’io vorrei andarmene, la situazione non è affatto piacevole, ma non voglio lascare da solo il ragazzino.

Lui si rivolge a uno dei suoi giovani incitatori invitandolo a raggiungerlo e a tuffarsi anche lui da lì, ma l’altro gli risponde che non ci pensa proprio, che è lui che vuole farlo.

Il ragazzino allora ribatte: “Appena va via lui, lo faccio!”.

Ok, penso, rimango.

Il ragazzino si mette parzialmente al sicuro, al di qua del lampione, che ora può abbracciare. Si volta di nuovo verso di me, e mi chiede: “Allora, devo farlo?”.

E io: “No”.

Finalmente scende; si avvicina a me, mi chiede come mi chiamo e quanti anni ho, io glielo dico, e lui mi saluta e si avvia per raggiungere la spiaggia. Io penso che vada a raggiungere la scala che porta alla spiaggia libera sottostante, invece lui scavalca la balaustra, e opta, questa volta sicuro di ciò che fa, per una bella discesa lungo la parete rocciosa. Mi saluta ancora una volta, e prosegue.

 

Ecco: tutto questa storia, di cui io sono solo un comprimario, dimostra, in modo assolutamente inconfutabile, che migliorare un pochino il nostro mondo è possibile: basta non farsi gli affari propri al momento opportuno!...

©Sergio Rilletti, sabato 9 settembre 2023, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino


lunedì 10 luglio 2023

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 7^ Puntata: FISIOTERAPIA (E STORIA) D'URTO

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho parlato di Palindromite acuta e di come, ispirandomi a un’accidentale data palindroma, il 20-02-2002, che era stata ampiamente propagandata dai mass media come evento, sia riuscito a ideare, letterariamente parlando, una folle rapina palindroma rendendo omaggio a quella data in sé (CLICCA QUI). Ora vi racconterò invece di come un altro anno, il 2003, abbia influenzato l’ispirazione del racconto protagonista di questa puntata.

Fisioterapia d'urto, infatti, è un romanzo breve che appartiene al genere medical-thriller, ovviamente rivisitato da me. Qui, Mister Noir indaga su un caso, affidatogli da un ex-vivo, dove le vittime sono proprio… le persone con disabilità.

Ma in che modo il 2003 ha influenzato la creazione di questo racconto?

Come vi ho accennato nella seconda puntata, la serie di racconti Le avventure di Mister Noir avrebbe dovuto fare la sua iniziare, sulle pagine di M-Rivista del mistero, nel 2003, per celebrare in modo letterario, e quindi culturale, l’Anno Europeo della Disabilità; ma, proprio quell’anno, M uscì con un solo numero, Police Story, che oltretutto avrebbe dovuto uscire alla fine dell’anno precedente (e che, tra parentesi, appunto, conteneva un racconto, Il Salvatore, e due articoli miei).

Quindi, sapendo che ogni numero della rivista era intitolato a un argomento ben preciso ma non avendo ancora il quadro delle future uscite, alla fine del 2002 calcolai che, non essendo ancora uscito alcun numero dedicato al medical-thriller, era molto probabile che questo sarebbe stato il tema del prossimo numero della rivista, che sarebbe dovuto uscire nel Ma; e, d’altronde, l’idea di cominciare a pubblicare una serie di racconti thriller con un protagonista disabile altamente ironico, dove le vittime della prima storia sarebbero state disabili, proprio nell’Anno Europeo della Disabilità, mi sembrava, appunto, altamente ironico, e quindi un perfetto inizio per il mio progetto.

Le cose però andarono in modo molto diverso, come ho raccontato nella puntata dedicata a La vendetta dell’uomo che non era mai nato https://rilletti.blogspot.com/2023/06/dietro-le-quinte-di-mister-noir-5.html, e Mister Noir fece la sua prima apparizione solo nell’Ottobre 2004, in un  numero dedicato al giallo spagnolo.

Dieci anni dopo, in occasione dell’uscita del volume che avrebbe celebrato il decennale della nascita di Mister Noir - che ovviamente avrebbe avuto lo stesso titolo della serie -, ripresi quel racconto, Fisioterapia d’urto, che nella mia mente avrebbe dovuto costituire l’inizio della serie ma di cui avevo scritto solo poche righe, e lo portai a termine.

Una storia di pura fantasia per la quale mi sono documentato sul commercio illegale di organi, su alcuni fatti di cronaca, e basato su alcune mie esperienze ospedaliere (non necessariamente negative). Tra queste, quella in una clinica ospedaliera a Oberammergau, che cito nella Nota dell’Autore finale del mio libro, dove ero andato coi miei genitori all’età di 6 anni e dove avevo conosciuto una bellissima bambina di nome Marzia - bionda, con i capelli lunghi e ricci, e gli occhi azzurri -, che abitava a La Spezia, che andai anche a trovare a casa sua, e di cui conservo ancora un tenero ricordo.

Una storia che, quindi, ho scritto per il volume dedicato al decennale della nascita di Mister Noir, dove ho rappresentato la disabilità da diversi punti di vista, dove per la prima volta appare l’Associazione Amici Diversi Onlus - che incontreremo successivamente in altre avventure di Mister Noir -, e dove, per la prima volta in dieci anni, ho deciso di far entrare veramente in azione il commissario Cordieri e i suoi agenti del Commissariato Sempione, di solito relegati al ruolo di simpatici comprimari.

Una storia in cui, com’è caratteristico di questa serie e di questo volume in sé, prende esperienze e ambienti della mia vita reale per trasferirli, sotto diversa forma, nella vita rocambolesca di Mister Noir!... Ma, di questo aspetto, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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Per LEGGERE LA MIA IRONICA BIOGRAFIA scritta da Mister Noir – CLICCA QUI

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@Sergio Rilletti, lunedì 10 luglio 2023


giovedì 6 luglio 2023

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 6^ Puntata: DATA PALINDROMA, RAPINA PALINDROMA

 

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho parlato de La vendetta dell’uomo che non era mai nato e di come - dalla lettura di un breve articolo sulla riforma che portò all’istituzione del calendario gregoriano, dalla voglia di scrivere un racconto particolarmente originale (il primo di una nuova serie!), e da un contrattempo - sia potuto nascere un racconto come questo (CLICCA QUI). Ora vi racconterò di come l’esigenza di ambientare un racconto in un determinato anno per poter dare un rigoroso ordine cronologico alla serie e quindi al libro stesso - com’era accaduto con la stesura di Tre primi incontri (CLICCA QUI) -, mi abbia fatto tornare alla mente un giorno un po’ particolare per tutti noi, invogliandomi a restituirlo alla memoria collettiva tramite un racconto costruito ad hoc.

Palindromite acuta, infatti, è una short-story che avevo scritto per il mio libro precedente, Le avventure di Mister Noir (Cordero Editore), per colmare un vuoto narrativo, e ora ripubblicata in questo volume, Mister Noir (Oakmond Publishing).

Ambientata il 20-02-2002, una data palindroma che i mass media avevano trasformato in un giorno quasi di festa, dove Mister Noir ed  Elena Fox, andando fuori a cena per puro diletto, si ritrovano ad affrontare una rapina. Ma non una rapina tradizionale, come può capitare a un qualsiasi investigatore privato, bensì un’inconsueta, e alquanto folle, rapina palindroma, perpetrata da un giovane rapinatore!… E Mister Noir, profondamente irritato soprattutto da un atto di bullismo - che il giovane rapinatore commette nei confronti di due bambini - più che dalla rapina in sé, decide di intervenire, a modo suo, un po’ alla Bud Spencer, in difesa dei due piccoli.

Un racconto, Palindromite acuta, che appartiene a un filone parallelo alla serie tradizionale, inaugurato nel Luglio 2006 sul sito divulgativo della LEDHA-Lega per i diritti e la dignità delle persone con disabilità, con la short-story Inseguimento a ruota - di cui vi parlerò in una prossima puntata -, dove, trattando Mister Noir come un personaggio reale, narro alcune sue giornate slegate dalla sua professione (o almeno che iniziano così), evidenziando alcuni lati del suo carattere che altrimenti rimarrebbero celati.

Una storia ambientata in una data palindroma ben precisa, in cui non solo ho cercato di riprodurre il clima di unicità che si respirava quel giorno, ma dove ho voluto ricordare anche l’iniziativa del Corriere della sera, a cui avevo aderito anch’io scrivendo un racconto autobiografico breve, come richiesto, e alquanto anomalo, riguardante quella giornata, intitolato Anna-Una storia palindroma (CLICCA QUI).

Infine, una curiosità. Il racconto, non citato esplicitamente, di cui parlo in Anna-Una storia palindroma è Delitto impossibile, quello che poi, come vi ho raccontato nella puntata precedente, è stato pubblicato, per uno strano gioco di specchi, nel Marzo 2005, sul numero di M-Rivista del mistero intitolato Finestra sull’ignoto, dove sarebbe stata destinata la prima avventura di Mister Noir.

Uno strano gioco di specchi, quello tra la mia vita e le avventure di Mister Noir, che si riflette in modo diverso in diversi racconti. Ma, di questo, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, mercoledì 5 luglio 2023

 

giovedì 29 giugno 2023

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 5^ Puntata: LA VENDETTA CHE VENNE DALLA STORIA

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho parlato di Tre primi incontri, il racconto che apre la mia antologia, Mister Noir (Oakmond Publishing), e di come la mia vita reale e la mia fantasia possano intrecciarsi tra loro in queste storie (CLICCA QUI). Ora vi racconterò la genesi de La vendetta dell’uomo che non era mai nato, il romanzo breve che, nell’Ottobre 2004, diede inizio alla serie Le avventure di Mister Noir sulle pagine di M-Rivista del mistero.

In quest’avventura, Mister Noir si ritrova a muoversi tra chiese cattoliche, presunti maghi, sette sataniche, e cacciatori di libri senza scrupoli, per dare la caccia a un fantasma serial killer che fa strage di preti. Suo cliente, un prete dal nome singolare, don Gianni Boncompagni, perseguitato da un terribile incubo accompagnato da una frase minatoria in latino (che feci tradurre dall'italiano al latino, appunto, da mio padre).

Ma come mi venne quest’idea?

Quando, nel 1999, scoppiò la diatriba culturale tra la comune ma errata convinzione che il Capodanno del 2000 avrebbe celebrato l’inizio del secondo millennio e la giusta e ponderata deduzione che invece avrebbe celebrato il compimento, e quindi la fine, di tale millennio, mio padre, che come me sosteneva questa seconda tesi, mi fece leggere un breve articolo sulla riforma del cosiddetto calendario gregoriano (ovvero quello che usiamo ancora oggi).

L’articolo non risolveva la diatriba, ma enunciava quali provvedimenti fossero stati adottati per adeguare il calendario terrestre a quello astronomico… dandomi subito lo spunto per scrivere un thriller di genere fantastico.

Tuttavia, al momento, dovetti rinunciare a questo progetto e dedicarmi ad altro (erano gli anni in cui collaboravo assiduamente con l’Agenzia giornalistica Hpress), anche se l’idea continuava a ronzarmi per la mente.

Quando poi, nel 2003, iniziai a scrivere la prima avventura di Mister Noir per un numero di M-Rivista del mistero intitolato Finestra sull’ignoto, dedicato appunto ai thriller surreali, decisi di riprendere quest’idea adattandola al mio nuovo progetto.

Pertanto mi documentai a fondo sulla riforma che portò alla nascita del nostro calendario… a partire da una drastica decisione, assolutamente inimmaginabile, che ora non vi rivelerò per non rovinarvi l’effetto sorpresa nella storia ma che mi diede l’idea per la trama e per il titolo di questo racconto. Era la prima storia di una nuova serie (o almeno questa era la mia intenzione!), la prima con un eroe disabile (seriale) protagonista di thriller umoristici. E quindi doveva essere proprio dirompente!

Tuttavia, in corso d’opera, agli inizi del 2004, appresi che questo racconto non avrei più potuto pubblicarlo su quel numero di M-Rivista del mistero, ma su un altro, intitolato Sangue spagnolo.

Infatti, Andrea Carlo Cappi, Direttore Editoriale della rivista, era venuto a sapere che quell’Ottobre, La passione per il delitto - un importante festival letterario internazionale che si svolgeva a Monticello Brianza -, sarebbe stato dedicato al giallo spagnolo; quindi scambiò l’uscita dei due numeri, in modo da poter presentare, giustamente, Sangue spagnolo in anteprima a quel festival, ma anticipando di tre mesi l’uscita di Finestra sull’ignoto (anche se poi, in effetti, uscì l’anno dopo, nel Marzo 2005).

Ritrovandomi a ridosso di una scadenza fuori programma, che mi impediva di finire in tempo La vendetta dell’uomo che non era mai nato, mi affrettai a inviare a Cappi un altro mio racconto, Delitto impossibile, adatto per quel numero (non sia mai che perdessi un’opportunità!), e, essendomi prefissato che ogni avventura di Mister Noir dovesse essere in tema col numero della rivista che l’avrebbe ospitata, cercai un appiglio per agganciare il mio racconto al giallo spagnolo.

Così decisi di citare, all’interno del mio racconto, il bel romanzo Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, che, su consiglio dello stesso Cappi, avevo letto per poter scrivere quella prima avventura di Mister Noir. Inoltre, essendo un tenace inseguitore del paradosso e della perfezione, mi cimentai pure nella recensione di quel libro (CLICCA QUI), creando in questo modo, su quel numero, una sorta di crossover tra un mio racconto e una mia recensione di un romanzo spagnolo.

Inoltre, essendo consapevole che se ero arrivato a quel punto lo dovevo soprattutto alla mia amica Federica, che per quattro anni mi aveva tenacemente accompagnato agli incontri letterari condotti da Andrea G. Pinketts & Andrea Carlo Cappi, volli inserirla, col suo nome e la sua descrizione, in quel mio racconto, importantissimo per me, riservandole un piccolo cameo… e trasformandola, nel tempo, in un personaggio ricorrente della serie: Federica Sirleto.

Anche don Fausto Giglio, immaginario discendente di Luigi Giglio - famoso medico, astronomo, e matematico del xvi secolo, nonché principale artefice della riforma che portò all’istituzione del calendario gregoriano -, nel corso del tempo è diventato un personaggio ricorrente!... Ma, di questo e di altri personaggi ricorrenti delle avventure di Mister Noir, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, mercoledì 28 giugno 2023

lunedì 26 giugno 2023

IL CLUB DUMAS: UNA MATRJOSKA CHIAMATA ROMANZO (Una recensione)

Nel 2004 lessi Il Club Dumas, un bellissimo romanzo di Arturo Pérez-Reverte, che poi recensii per il numero di M-Rivista del mistero intitolato Sangue spagnolo e che mi servì alla stesura de La vendetta dell’uomo che non era mai nato, la prima avventura di Mister Noir, che scrissi proprio per quello stesso numero.

Ora, La vendetta dell’uomo che non era mai nato è stato ripubblicato in Mister Noir, la mia antologia di romanzi brevi e racconti. Se volete leggerne uno stralcio, assieme a un racconto completo, CLICCATE QUI.

Quella che segue è, invece, la mia storica recensione de Il Club Dumas.

(Sergio Rilletti, lunedì 26 giugno 2023)

Un romanzo che catapulta il lettore in un mondo fittizio compie già un’operazione meravigliosa. Se poi, il romanzo in questione, lo proietta anche in un mondo creato da un altro scrittore, allora l’operazione è davvero immaginifica, e dimostra, in maniera inconfutabile, che la fantasia non ha confini!

E’ questo il caso de Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, un thriller assolutamente atipico e originale.

Il protagonista è un cacciatore di libri senza scrupoli, come sostiene il narratore, incaricato: Prima da un cliente di autenticare l’originalità di un capitolo de I tre moschettieri in  suo possesso, e Poi da un altro di verificare quale delle tre copie esistenti di un misterioso libro sul Diavolo del 1600 - il cui stampatore, accusato di stregoneria, era stato arso sul rogo -, è quello autentico, e di impossessarsene, ad ogni costo!

Da qui in poi noi lettori, che siamo stati avvertiti dal narratore sull’equivocità del protagonista, vorremmo prenderne le distanze, ma non è possibile! Travolto da un’inspiegabile catena di eventi, il protagonista si ritrova ad  affrontare delle avventure analoghe a quelle di D’Artagnan, capitando in luoghi e affrontando dei nemici che sembrano usciti direttamente dalle pagine di Alexandre Dumas, e che, a loro volta, sono stati ispirati a personaggi realmente esistiti.

Come una matrjoska.

Ma non finisce qui: l’effetto Matrjoska si estende. In questo romanzo che parla di romanzi e di libri, soprattutto di quelli antichi, i personaggi che si susseguono sono tutti appassionati letterari o bibliofili, con il gusto della lettura o dell’”oggetto libro” in sé, e, grazie a loro, i volumi prendono vita in ogni loro forma ed espressione, coinvolgendoci. Dalla fase creativa dell’autore a quella tipografica, niente viene trascurato, assolutamente nessun dettaglio!

Un romanzo “dotto” verso il quale non si può far altro che rimanere abbacinati dal notevole “bagaglio culturale” dell’autore, che comunque non risulta mai “pesante”. Un romanzo che fa scoprire il piacere della lettura attraverso i suoi personaggi, mediante uno stile ammaliante che induce ad assaporarlo con calma, rileggendo una stessa frase anche più volte. Una sorta di matrjoska letteraria dove l’elemento più esterno non è il protagonista ma il lettore, che, avendo a disposizione gli stessi elementi del protagonista, è indotto a cimentarsi nelle dure prove enigmistiche che stanno alla base del mistero.

Da questo libro è stato tratto il film La nona porta di Roman Polanski, interpretato da Johnny Depp. Il film è abbastanza piacevole, ma non riesce a ricreare lo spirito del libro: questo è un romanzo-matrjoska, concepito apposta per essere un romanzo, in cui scrittori e lettori possono identificarsi e “incontrarsi”; un romanzo talmente fantasioso e geniale che trova il suo apogeo proprio nella lettura!

©Sergio Rilletti, 2004