Nel 2004 lessi Il Club
Dumas, un bellissimo romanzo di Arturo
Pérez-Reverte, che poi recensii per il numero di M-Rivista del mistero intitolato Sangue spagnolo e che mi servì alla stesura de La
vendetta dell’uomo che non era mai nato, la
prima avventura di Mister Noir, che scrissi proprio per quello stesso numero.
Ora, La vendetta
dell’uomo che non era mai nato è stato
ripubblicato in Mister Noir, la mia
antologia di romanzi brevi e racconti. Se volete leggerne uno
stralcio, assieme a un racconto completo, CLICCATE QUI.
Quella che segue è, invece, la mia storica recensione de Il
Club Dumas.
(Sergio Rilletti, lunedì 26 giugno 2023)
Un romanzo che
catapulta il lettore in un mondo fittizio compie già un’operazione
meravigliosa. Se poi, il romanzo in questione, lo proietta anche in un mondo
creato da un altro scrittore, allora l’operazione è davvero immaginifica, e
dimostra, in maniera inconfutabile, che la fantasia non ha confini!
E’
questo il caso de Il Club Dumas di
Arturo Pérez-Reverte, un thriller assolutamente atipico e originale.
Il
protagonista è un cacciatore di libri senza scrupoli, come sostiene il
narratore, incaricato: Prima da un cliente di autenticare l’originalità di un
capitolo de I tre moschettieri in suo possesso, e Poi da un altro di verificare
quale delle tre copie esistenti di un misterioso libro sul Diavolo del 1600 -
il cui stampatore, accusato di stregoneria, era stato arso sul rogo -, è quello
autentico, e di impossessarsene, ad ogni costo!
Da
qui in poi noi lettori, che siamo stati avvertiti dal narratore sull’equivocità
del protagonista, vorremmo prenderne le distanze, ma non è possibile! Travolto
da un’inspiegabile catena di eventi, il protagonista si ritrova ad affrontare delle avventure analoghe a quelle
di D’Artagnan, capitando in luoghi e affrontando dei nemici che sembrano usciti
direttamente dalle pagine di Alexandre Dumas, e che, a loro volta, sono stati
ispirati a personaggi realmente esistiti.
Come
una matrjoska.
Ma
non finisce qui: l’effetto Matrjoska si estende. In questo romanzo che parla di
romanzi e di libri, soprattutto di quelli antichi, i personaggi che si
susseguono sono tutti appassionati letterari o bibliofili, con il gusto della
lettura o dell’”oggetto libro” in sé, e, grazie a loro, i volumi prendono vita
in ogni loro forma ed espressione, coinvolgendoci. Dalla fase creativa
dell’autore a quella tipografica, niente viene trascurato, assolutamente nessun
dettaglio!
Un
romanzo “dotto” verso il quale non si può far altro che rimanere abbacinati dal
notevole “bagaglio culturale” dell’autore, che comunque non risulta mai
“pesante”. Un romanzo che fa scoprire il piacere della lettura attraverso i
suoi personaggi, mediante uno stile ammaliante che induce ad assaporarlo con
calma, rileggendo una stessa frase anche più volte. Una sorta di matrjoska
letteraria dove l’elemento più esterno non è il protagonista ma il lettore,
che, avendo a disposizione gli stessi elementi del protagonista, è indotto a
cimentarsi nelle dure prove enigmistiche che stanno alla base del mistero.
Da questo libro è stato tratto il film La nona porta di Roman Polanski, interpretato da Johnny Depp. Il film è abbastanza piacevole, ma non riesce a ricreare lo spirito del libro: questo è un romanzo-matrjoska, concepito apposta per essere un romanzo, in cui scrittori e lettori possono identificarsi e “incontrarsi”; un romanzo talmente fantasioso e geniale che trova il suo apogeo proprio nella lettura!
©Sergio Rilletti, 2004
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