sabato 9 luglio 2022

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 4^ Puntata: TRE PRIMI INCONTRI (DI CUI UNO REALE)


 Salve a tutti!... Nelle puntate precedenti vi ho raccontato chi è Mister Noir (CLICCA QUI), com’è nata l’idea della serie di racconti che lo vede protagonista (CLICCA QUI), e che cos’era il telefilm Agente speciale a cui mi sono ispirato per riproporne lo spirito brioso e scanzonato (CLICCA QUI). Ora vi racconterò la genesi di Tre primi incontri, la storia d’apertura del mio libro, Mister Noir (edito da Oakmond Publishing).

Ci sono racconti che nascono da una tua idea, la maggior parte ovviamente, e ci sono racconti che invece nascono da richieste altrui. Tre primi incontri, il racconto che apre il mio libro, appartiene sicuramente a questa seconda categoria.

Scritto dieci anni dopo la pubblicazione della prima avventura di Mister Noir, su specifica richiesta di Andrea Carlo Cappi, costituisce, di fatto, la prima storia che lo vede protagonista.

Ma andiamo con ordine.

Correva - anzi volava - l’anno 2014, e io, d’accordo con Andrea Carlo Cappi, che a quei tempi era Direttore Editoriale della Collana M di Cordero Editore, stavo revisionando alcuni racconti che avrebbero composto l’antologia che avrebbe celebrato il decennale della nascita editoriale di Mister Noir e che si sarebbe intitolata Le avventure di Mister Noir - proprio come la serie di racconti che avevo creato per M-Rivista del mistero -, quando lo stesso Cappi mi invitò caldamente a scrivere una storia di apertura dell’intera saga, che riguardasse, quindi, il primo incontro tra Mister Noir ed Elena Fox.

Logico: un’antologia che vuole proporre i racconti di una serie in rigoroso ordine cronologico, deve iniziare col momento in cui i due protagonisti si incontrano per la prima volta.

Già. Ma io non ero pronto, credendo di avere tutto il tempo del mondo per creare, con tutta calma, nel corso degli anni, una storia in cui poter raccontare, a un certo punto, tramite un flashback, come si erano conosciuti Mister Noir ed Elena Fox.

Invece no, dovevo scriverla subito. E allora presi spunto da un suggerimento che mi aveva dato Cappi, e lo adattai allo stile mio e della serie.

Così scrissi del bizzarro colloquio di lavoro tra Mister Noir ed Elena Fox, delle prove attitudinali con cui il detective testa la sua candidata assistente (per verificare come si comportava con una persona con disabilità come lui), e della loro prima rissa (che, in effetti, è un altro tipo di incontro).

Un bizzarro colloquio di lavoro che però non ho voluto ambientare né in una data precisa - come invece farò in tutti gli altri racconti - né nello studio del detective, ma bensì in una data imprecisata, a Villa Radice Fossati, dove la sera di Domenica 15 Novembre 1987 incontrai per la prima volta la mia amica Simona (che come seppi tempo dopo, oltre a somigliare fisicamente a Elena Fox, quella sera era pure vestita in modo molto simile al suo), che determinò lo straordinario stravolgimento della mia vita, che mi fece da mental coach per i rapporti interpersonali, e che, per quanto vi riguarda, alimentò la mia caparbietà di affermarmi come scrittore.

E quella fatidica sera, dopo essersi accertata che fossi proprio io, Simona mi fece subito, ma proprio subito, i complimenti per un mio racconto. Un fatto che non poteva passare inosservato a Mister Noir, presente a mia insaputa, che infatti tempo dopoo mi contattò per assumermi come suo biografo.

Eh? Come? Non ci state capendo più niente? Vi chiedete dove finisca la fantasia e dove inizi la realtà?

Be’, abituatevi; perché questo è solo l’inizio, e nelle avventure di Mister Noir tutto può accadere; compreso che la fantasia e l’autobiografia dell’autore si fondano tra loro, pur rimanendo ben distinte l’una dall’altra!... Ma, di questo, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, sabato 9 luglio 2022

 

venerdì 1 luglio 2022

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 3^ Puntata: C'ERA UNA VOLTA... AGENTE SPECIALE

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho raccontato come la mia serie di racconti Le avventure di Mister Noir, e quindi la mia antologia Mister Noir (edita da Oakmond Publishing), sia nata dal voler riproporre l’umorismo e la briosità del telefilm Agente speciale, che vedevo quand’ero bambino, ma con un protagonista diversamente abile (CLICCA QUI).

Già. Ma che cos’era Agente speciale?

Agente speciale (titolo originale: The Avengers) era un telefilm chiaramente di origine inglese, anzi proprio british - come il tipico umorismo che lo contraddistingueva -, creato dal produttore Sydney Newman, che durò per sei stagioni, prima in bianco & nero e poi a colori, dal 1961 al 1969, ma che in Italia imperversò, quasi ininterrottamente, fino agli inizi di questo secolo.

Prendendo in considerazione solo le ultime tre stagioni, ovvero quelle trasmesse anche nel nostro Paese, in questa brillante serie l’elegantissimo agente segreto John Steed (interpretato da Patrick Macnee), armato di bombetta e ombrello, e le sue belle e letali assistenti - la graziosa e atletica Emma Peel (Diana Rigg), entrata di fatto nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati della serie, e successivamente Tara King (Linda Thorson) dagli occhi grandi e dolci -, affrontavano misteri, che spesso sembravano sconfinare nel surreale, con grande ironia e incredibile aplomb.

Loro erano agli ordini di due bizzosi capi diversamente abili: Mamma, un uomo opulento e paraplegico, e, in sua assenza, Papà, una donna smilza e cieca.

Apparsa solo poche volte, Papà, indipendentemente dalla sua cecità, non poteva proprio vedere Mamma.

Mamma, invece, era molto più presente. Aveva ai suoi diretti ordini una segretaria, Rhonda, sulla quale riversava tutta la sua autorità e nevrosi, affibbiandole degli incarichi assurdi che travalicavano persino il concetto stesso di parossismo (tipo farsi scarrozzare da un capo all’altro della scrivania mentre lui parlava al telefono). Verso Steed, però, nutriva una fiducia infinita, ed era disposto a usare tutta la sua influenza per aiutarlo e proteggerlo, anche quando un complotto ben organizzato lo indicava come unico indiziato.

Oltre alla creazione delle figure atipiche di Mamma e Papà, che dimostravano in modo inconfutabile che si poteva ironizzare sulla disabilità, Agente speciale aveva il grande merito di non possedere tabù: le persone disabili potevano benissimo essere dei capi capaci e bizzarri, ma anche dei folli dalla mente geniale da bloccare a qualsiasi costo; e le carrozzine elettriche erano sì dei semplici mezzi di trasporto… ma potevano anche essere utilizzate come inquietanti macchine di morte!

Da tutto questo, ho preso l’ironia, l’aplomb, e l’eleganza dei due protagonisti, uomo e donna d’azione, trasferendoli a Mister Noir ed Elena Fox.

Essendo la mia una serie di racconti, purtroppo non posso avvalermi di una sigla come quella di Agente speciale (con lui che si prepara a stappare una bottiglia di champagne, con lei che gliela stappa con un colpo di pistola, e con un delicato tintinnio di bicchieri in segno di brindisi), che, grazie anche al brano strumentale The Shake di Laurie Johnson, ne anticipava l’ironia; ma, grazie a Marco Giannuli, che creò il logo della mia serie per M-Rivista del mistero, e a Giorgio Rizzo, che ha realizzato la copertina della mia antologia, ritengo che l’ironia delle avventure di Mister Noir sia comunque ben rappresentata anche a livello grafico.

A questo punto, forse, sarete curiosi di sapere quali racconti e romanzi brevi compongono il mio libro, per un totale di 397 pagine.

Bene, se è così mi fa molto piacere!... Ma, di questo, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, venerdì 1° luglio 2022