mercoledì 22 settembre 2021

IL MIO PROGRAMMA ELETTORALE COME CANDIDATO CONSIGLIERE A MILANO

Mi chiamo Sergio Rilletti, ho 53 anni, sono uno scrittore affetto da tetraparesi spastica sin dalla nascita, sono candidato come Consigliere Comunale e dei Municipi 8 e 9 di Milano nella Lista La Milano Radicale con Sala, e mi considero un ATTIVO SOGNATORE.

Con la mia scrittura cerco sempre, sin da quando collaboravo con l’Agenzia giornalistica Hpress, di rappresentare i vari aspetti del mondo della disabilità, evidenziando le sue positività e le sue criticità. E ci tengo a farvi sapere il mio pensiero e i miei progetti per migliorare la vita e l’integrazione delle persone con disabilità a Milano.

Una vita senza relazioni sociali non è vita. E’ questo il principio su cui si basa tutto il mio programma, che, come leggerete, si ramifica in più campi, includendo diversi aspetti della vita quotidiana. A cominciare dall’integrazione.

 

L’integrazione è fondamentale nella vita di una persona, e deve partire dalle scuole, che non solo devono fornire gli strumenti idonei agli studenti con disabilità, ma devono anche creare una forte coesione tra questi e i loro compagni normodotati, che quindi, a loro volta, non si troverebbero EMARGINATI dalla realtà.

Se fossi eletto Consigliere, mi impegnerei a garantire gli insegnanti di sostegno, gli ausili, e l’integrazione nelle scuole pubbliche delle persone con disabilità.

 

La scuola deve essere ACCESSIBILE a chiunque, completamente priva di barriere architettoniche; esattamente come: chiese, oratori, uffici pubblici, negozi, cinema, teatri, musei, e locali.

Se fossi eletto Consigliere, incentiverei l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutti questi posti, ponendo particolare attenzione a quegli ambienti che ospitano eventi musicali e culturali, luoghi di aggregazione e convivialità: due condizioni fondamentali per la vita di ogni essere umano.

 

Per raggiungere qualsiasi posto, occorre necessariamente uscire da casa; e per una persona con disabilità - che comunque necessita sempre di avere almeno un accompagnatore -, spostarsi usufruendo dei rari mezzi pubblici ACCESSIBILI è un’impresa alquanto ostica, ritrovandosi così ancora più limitata nella propria indipendenza e costretta a scegliere se spostarsi con un’auto privata o con un taxi idoneo.

Se fossi eletto Consigliere, incrementerei i mezzi pubblici accessibili alle persone con disabilità e i taxi con pedana, e, ovviamente, renderei più accessibili i marciapiedi, aumentando gli scivoli e facendo attenzione che si possa non solo SALIRE ma pure SCENDERE dallo stesso marciapiede.

 

Nessuno può vivere appieno la propria esistenza se non ha una propria residenza, una propria CASA, che prima o poi, nel corso della vita, non può più essere quella dei propri genitori.

Se fossi eletto Consigliere, amplierei le realtà di RESEDENZIALITA’ e di COHOUSING, verificando quelle già esistenti e fornendo la possibilità di un controllo esterno con il coinvolgimento delle famiglie dei diretti interessati.

 

Io, da quando sono nato, vado in vacanza a Celle Ligure, una località balneare in provincia di Savona priva di barriere architettoniche. E quando, nel 2017, il sindaco di Celle Ligure, Renato Zunino, mi conferì la prima, e per ora unica, Civettina d’Oro per meriti culturali, feci un lungo intervento evidenziando come quella città, priva di barriere architettoniche, avesse potuto contribuire alla mia indipendenza e alla mia integrazione, facilitandomi nel coltivare rapporti personali e professionali.

Io, da anni, SOGNO che Milano diventi una città a misura d’uomo CARROZZINATO. E, se fossi eletto Consigliere, mi ATTIVEREI per riuscire a realizzarla.

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AL COMUNE VOTA SALA SINDACO, METTI X SU “LA MILANO RADICALE CON SALA”, E SCRIVI SERGIO RILLETTI.

IN ZONA 8 E ZONA 9 METTI X SU “LA MILANO RADICALE CON SALA”, E SCRIVI SERGIO RILLETTI.


GRAZIE!

©Sergio Rilletti, mercoledì 22 settembre 2021

 

giovedì 8 luglio 2021

MISTER NOIR: MALEDETTO BIOGRAFO! (Un racconto-spot con L'Uomo Che Fumava, l'antagonista principale di Mister Noir)

E così è uscito. Non bastava il primo libro, Le avventure di Mister Noir, no, ora ne è uscito pure un altro; molto più corposo del precedente, perdìpiù.

Già, uno pensa: E’ uscito un libro, quel rompiscatole dell’autore ha fatto divertire, ha fatto riflettere, ha osato persino deridere me e la mia splendida Organizzazione criminale internazionale fantasma… ma ora la pianterà!

E invece no.

Non ha fatto neanche in tempo a essere messo fuori commercio quel libro, che ne è uscito subito un altro: Mister Noir.

E non un libro qualsiasi, non un semplice seguito o una semplice riedizione di quello precedente. No. Macché. Lui si è inventato addirittura un mix, un cocktail.

Ha preso tutte le storie del primo libro, ormai fuori commercio, ha aggiunto un classico di Mister Noir, che quando era uscito nel 2006 su M-Rivista del mistero aveva ottenuto un grandissimo successo, ha scritto appositamente tre racconti nuovi, mai pubblicati - di cui uno, quello finale, che riguarda direttamente me e la mia Organizzazione -, colmando così i vuoti narrativi, e ha rivisitato tutti i racconti, dal primo all’ultimo, uniformando lo stile e creando un universo narrativo, fatto non solo di storie e personaggi ricorrenti, ma anche di una filosofia di vita che si contrappone drasticamente alla mia - che ambisco al totale assoggettamento delle menti delle persone -, anche quando non sono presente nelle storie.

E così l’autore, che nei racconti mi identifica come L’Uomo Che Fumava, ha realizzato un volume di undici storie, intitolato semplicemente Mister Noir, come il nome del protagonista - affetto da tetraparesi spastica, ironico, e rompiscatole almeno quanto lui -, che sfiora le quattrocento pagine, e che narra le avventure del detective e della sua assistente, Elena Fox, fino a domenica 10 giugno 2007, quando io e la mia Organizzazione criminale, La Spada di Damocle, tentammo di eliminare proprio il suo biografo, assaltando la sede milanese della RAI.

Ma andiamo con ordine.

Il libro si apre col primo incontro tra Mister Noir ed Elena Fox, con la loro prima rissa contro un gruppo di bulli, e col nefasto momento in cui Mister Noir notò, per la prima volta, il suo futuro biografo; si prosegue con la forsennata caccia a un fantasma serial killer, e al conseguente scontro con una setta satanica, che porta alla luce un fatto storico fondamentale per la vita di tutti noi ma poco conosciuto nella sua interezza; nella terza storia, ambientata durante un’anomala rapina palindroma, Mr. Noir interviene per difendere due bambini da un atto di bullismo; nella quarta avventura, l’autore ci parla di folli cure sperimentali per persone con disabilità e di commercio illegale di organi; poi, nella quinta storia, è il turno del misterioso delitto

 

 di un educatore, che i due detective sono chiamati a risolvere in una comunità di Monticello Brianza abitata da persone con… diverse particolarità; nella sesta avventura, invece, i due detective sono impegnati a dare la caccia a Serena Bonita, una spietata killer dallo sguardo torvo, che mi piacerebbe molto avere tra le mie fila, perfetta sosia di Elena Fox.

E poi… E poi c’è la narrazione dell’allucinante caso del delitto indotto, e di quando, indagando sul mondo dei call center, quel maledetto investigatore privato intralciò, per la prima volta, i piani miei e della mia Spada di Damocle.

 L’ottava avventura, invece, è ambientata a Porto Azzurro, e, mentre Mister Noir ed Elena Fox sono impegnati a sventare una catastrofica profezia legata a un fatto storico e di cronaca realmente avvenuti in quelle acque, quel rompiscatole dell’autore ci fa vivere la gioiosa atmosfera della 10^ Regata dell’Amicizia - una manifestazione sportiva velica a cui lui stesso ha partecipato, riservata alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori -, permettendosi addirittura di far notare com’è un rapporto sano e normale tra persone disabili e normodotate; indipendentemente dai ruoli.

Segue una breve vicenda ambientata in un’altra località marittima, Celle Ligure, in cui il detective, con la sua possente carrozzina elettrica, si mette all’inseguimento di un ragazzino in bicicletta che gli ha mancato di rispetto; mentre, nella storia successiva, Mr. Noir ha solo dodici ore di tempo per trovare l’antidoto che salvi la vita al suo cliente, tentando di decifrare quello che lui dice, che però, a causa del veleno che ha ingerito, col passare del tempo e quindi con l’approssimarsi della propria morte, fa battute sempre più demenziali e incomprensibili.

E infine c’è l’undicesimo racconto, quello col quale il biografo di Mister Noir ha deciso di chiudere l’antologia.

Apposta.

Per farmi uno sberleffo.

Infatti, si tratta del lungo racconto dell’ingegnoso piano che avevamo escogitato per eliminarlo quando sarebbe stato ospite di Luca Crovi nel programma Tutti i colori del giallo di Rai Radio Due. Il suo thriller autobiografico Solo!, purtroppo ancora disponibile sul web con i suoi vari sequel -, che aveva scritto sia per reagire a un’eccessiva e ingiustificata omertà di gruppo sia per la voglia di ritrovare la coppia di giovani che lo soccorse al Parco di Monza -, l’aveva reso popolare, dimostrando che anche le persone disabili, se vogliono, possono reagire in modo deciso e funzionale!... E noi, questo, non potevamo certo permetterlo!

Purtroppo l’esistenza stessa di questo libro è la prova inconfutabile che il nostro piano non funzionò.

Non solo, ma nel 2017, complice una presentazione particolarmente riuscita del suo libro precedente, che ora è inglobato in questo, il sindaco di Celle Ligure, Renato Zunino, gli conferì la prima Civettina d’Oro della città, per meriti culturali.

Insomma, per me e La Spada di Damocle, un disastro totale!

Ora sicuramente voi vi state chiedendo perché io, che ho tutti i motivi per odiare Mister Noir e il suo maledetto biografo, stia facendo pubblicità a questo libro.

Be’, il motivo è molto semplice: il libro ormai esiste; s’intitola Mister Noir, è edito dalla Oakmond Publishing, e si può comprare facilmente su Amazon!... E io ci tenevo a farvi conoscere il mio pensiero, il mio punto di vista al riguardo.

Così, anche se non credete alla mia esistenza e pensate che io sia solo un parto della fantasia di Sergio Rilletti - il biografo di Mister Noir -, da ora in poi ogni volta che sentirete una spada di Damocle pendervi sopra la testa o colpirvi a tradimento, be’… saprete a chi pensare!  

©Sergio Rilletti, venerdì 2 luglio 2021


giovedì 25 marzo 2021

MyLife - CARO PAPA FRANCESCO (Una lettera vera)

Il 25 marzo 2017, era un sabato mattina, andai con i miei genitori al Parco di Monza, ad assistere alla S. Messa presieduta da Papa Francesco.

Impiegai tutta la notte a scrivere una lettera - con mio padre alzato ad aspettarmi per mettermi a letto -, nella speranza, da autentico sognatore, di potergliela consegnare di persona. Una lettera dove gli parlavo di me, della mia passione per la scrittura, e di come io, a un certo punto della mia vita, abbia capito come rendere onore alla Parabola dei Talenti.

Ovviamente non riuscii a consegnargli la lettera personalmente, ma mia madre, decisa a fargliela avere comunque, incocciò per caso nel nostro amico don Serafino Marazzini - che concelebrava la S. Messa -, che, a sua volta, la diede a un monsignore molto vicino al Santo Padre.

Non so se Papa Francesco abbia mai ricevuto questa mia lettera, ma ora, dopo quattro anni, ho deciso di condividerla con tutti voi.

 

Sergio Rilletti

Milano, giovedì 25 marzo 2021 - ore 01.38

Parco di Monza, sabato 25 marzo 2017

  

Caro Papa Francesco,

                                      mi chiamo Sergio, ho 48 anni, sono affetto da tetraparesi spastica sin dalla nascita, e, soprattutto, sono uno scrittore.

 

Se c’è una cosa per la quale ringrazio Dio ogni giorno, oltre ad avermi fatto conoscere la mia amica Simona, è di avermi donato il Talento della scrittura.

Me l’hanno fatto scoprire tre maestre dell’asilo, facendomi scrivere a macchina.

Da allora ho sempre scritto, e anche disegnato, a macchina.

Poi la scrittura creativa è diventata la mia passione, e, dall’età di 17 anni, mi sono impegnato a fondo per trasformarla nella mia professione.

Ci sono riuscito. Non sono ancora uno scrittore proprio famoso, ma le soddisfazioni sono davvero molte; soprattutto a livello umano. E quando vedo l’entusiasmo di colleghi e lettori, o qualche giornalista si interessa a me, allora capisco che sto facendo qualcosa di buono.

E quando la spossatezza e la pigrizia rischiano di prendere il sopravvento, mi viene in mente la Parabola dei Talenti, e alla fortuna che ho di possederne uno così bello, che mi permette di comunicare i miei pensieri, magari facendo pure divertire con qualche battuta, più persone, dislocate in diverse città, nonostante i miei gravi problemi motòri. E decido di rimettermi subito al lavoro, cercando di dare sempre il mio meglio.

 

Inoltre, per molti anni, ho voluto tenere fortemente separate le problematiche legate alla mia disabilità da ciò che scrivevo, dando così maggior risalto ad altre tematiche a cui tenevo.

Poi, Domenica 9 Aprile 2006, mi accadde un fatto che mi segnò. E accadde proprio qui, al Parco di Monza.

Dopo due ore ad alta tensione vissute da solo in mezzo a questo Parco, incontrai una brillante coppia di giovani, che ho subito definito Due angeli custodi mandati da Dio, che, vedendomi vagare solo e spaventato con la mia piccola carrozzina elettrica, capirono subito che avevo bisogno d’aiuto, e, comportandosi in modo assolutamente encomiabile, riuscirono a rintracciare il gruppo di persone che mi avevano abbandonato per farsi un lungo, lunghissimo giro in risciò.

Di questa vicenda scrissi un racconto autobiografico, intitolato Solo!, tuttora disponibile sul web, con la specifica speranza di riuscire a rintracciare, attraverso il passaparola, quei miei due giovani soccorritori: Lisa, che all’epoca faceva la maestra, e il suo amico.

Purtroppo non funzionò, nonostante gli appelli lanciati dalle radio e da diversi blog, ma il successo di quel racconto fu tale che la mia carriera di scrittore ebbe un’improvvisa impennata. E i lettori, che si erano identificati in me e in ciò che avevo realmente vissuto e pensato in quelle due ore da incubo, si mostrarono pienamente solidali con me, ma mi diedero una grande ed esplicita responsabilità: continuare a parlare delle problematiche e delle ingiustizie riguardanti le persone con disabilità, anche per tutti coloro che non hanno la possibilità, la capacità, o il coraggio di farlo.

Con tutto quello che avevo provocato con quel racconto (ero stato persino ospite a due programmi radiofonici della Rai), capii che non potevo più sottrarmi. E, in cuor mio, accettai.

 

Poi, col tempo, ripensando a tutto ciò che avevo vissuto nella mia vita e facendo i dovuti collegamenti, mi sono convinto che le mie due condizioni principali, ovvero la disabilità e il Talento della scrittura, devono far parte di uno stesso disegno, di una stessa missione: che io parli di disabilità attraverso la narrativa, con racconti autobiografici o di pura fantasia.

E io ora lo faccio. Spesso in modo umoristico.

Pensando sempre alla Parabola dei Talenti.

 

Il breve testo qui allegato l’ho scritto nel 2001 durante un ritiro spirituale a Verona, e descrivo il mio personale rapporto con Dio. E, come leggerà nell’introduzione, l’ho voluto pubblicare qualche giorno fa sul mio blog, proprio per celebrare, come meglio potevo, questo nostro incontro.

 

Bene, Santo Padre, per ora è tutto.

Quando ho cominciato a scriverle questa lettera, non credevo che avrei scritto così tanto, ma ci tenevo a darle un quadro d’insieme di me, perché la stimo tantissimo per come è, e sento, sperando di non essere irriverente, che siamo affini.

 

Sono davvero molto contento di averla incontrata, e, se potrà rispondermi, lo sarò una volta di più!

 

 

Un caro saluto!

Con grande affetto!

Sergio Rilletti