sabato 14 dicembre 2019

MyLife - LA CALDA ACCOGLIENZA DI CASA CALDERA (Il mio intervento per l'inaugurazione di Casa Caldera)

Salve a tutti, e Benvenuti a questa gioiosa inaugurazione ufficiale di Casa Caldera!...
Alcuni anni fa, molto prima di conoscere questa bella realtà e la sua splendida équipe, scrissi un racconto per un’antologia, in cui Mister Noir, il mio eroe seriale - un detective privato di Milano affetto da tetraparesi spastica, esattamente come me -, esaltava la fortuna che aveva di poter vivere a casa sua con una domestica filippina che lo aiutava totalmente, vivendo la propria vita come meglio credeva, senza doversi rapportare ogni giorno con certe regole e figure di riferimento, caratteristiche di istituti e comunità, che limitano, di fatto, la libertà individuale.
E in effetti, per pura combinazione, la pensavo anch’io così!
Poi, una serie di vicissitudini, tra cui il reale rapporto con un mio momentaneo assistente - col quale ho gestito personalmente anche l’intera parte burocratica -, mi hanno fatto riconsiderare la possibilità di andare a convivere con altri coinquilini con disabilità.
Anche perché sapevo che stava per profilarsi questa specifica realtà.
E così decisi di avvicinarmici; e, dopo un paio di incontri, in cui capii che l’individualità e la vita di ogni possibile coinquilino veniva posta al centro del progetto, decisi di verificare personalmente tali intenzioni, facendo una sperimentazione, venendo a vivere qui per due settimane.
Due settimane in cui cercai di trasferire la mia vita quotidiana qui, a Casa Caldera.

Quindi, mi crearono uno spazio - all’interno di questa sala -, semichiuso da un séparé e denominato Il mio ufficio, in cui installai il mio computer e relative attrezzature, permettendomi così di continuare la mia attività di scrittore; mi misero la televisione in camera, in modo che potessi rilassarmi, in privato, come faccio a casa; continuai a ricevere il mio fisioterapista a domicilio, pur avendo cambiato domicilio; effettuai, da solo con la mia carrozzina elettrica, una piccola esplorazione del cortile, dove un gentil signore mi salutò; e ospitai un po’ di amici, a diversi orari, andando, una volta, persino una pizzeria qui vicino dove, per puro caso, incontrai lo stesso gentil signore che mi aveva salutato in cortile, e col quale, coadiuvato dalla mia amica Simona, scambiai quattro chiacchiere.
Tutto questo, e molto altro, in un clima di assoluta allegria e serenità, che tutti coloro che lavorano qui dentro sanno creare; e trovando in Sillia, l’unica attuale residente fissa di Casa Caldera, una compagnia proprio piacevole.
Certo, ho dovuto anche andare un po’ incontro alle esigenze di chi era di turno, anche perché è comunque nella mia natura immedesimarmi negli altri, ma, rispetto ad altre realtà che ho visitato in passato - e a cui, in alcuni casi, non ho concesso neanche un giorno di prova -, è sicuramente un idillio, la soluzione migliore a cui posso aspirare.
Non so se Neil Armstrong, il primo uomo che approdò sulla Luna, con la sua celebre frase “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità” alludesse esattamente a questo. Ma, sicuramente, è una frase che calza alla perfezione a questa nuova realtà!
©Sergio Rilletti, giovedì 12 dicembre 2019  -  Letto da Sonia Rilletti

martedì 3 dicembre 2019

MyLife - RECIPROCAMENTE INTEGRATI (Un racconto autobiografico inedito)


E’ venerdì sera, e sto andando in pizzeria con Guido.
Siamo in macchina, e lui non parla.
Sì, certo; all’inizio mi ha salutato cordialmente, ma ora non parla.
Guido è un tipo nuovo per me.
Lo guardo.
Lui mi guarda, sorride, e poi torna a guardare la strada.
Guido guida, ma non parla.
Mi guarda, sornione. “Ti piace la musica?”
Io dico di sì, e lui accende l’autoradio: la musica che sento non è proprio di mio gradimento, ma è già qualcosa: è pur sempre un modo per comunicare.
“Ti piace Britney Spears?”
Io annuisco con entusiasmo, alludendo soprattutto ai video. Lui capisce, ed esclama: “Carina, eh?”.
Guido comincia a tenere il ritmo con la testa.
Perfetto, il ghiaccio è rotto!… Ora vediamo di trasformarlo in una gustosa granita!
Sì, perché Guido non è San Guido, ma neppure San Vittore. E lui è un’alternativa più che auspicabile agli arresti domiciliari, ai quali saremmo condannati io e molti altri ragazzi disabili se a Milano non ci fosse il Servizio Tempo Libero dell’AIAS e i suoi innumerevoli volontari, che scorrazzano da una parte all’altra della città per salvaguardare il nostro diritto al divertimento.

Arriviamo in pizzeria.
Monica, una ragazza alta e mora che sembra la controfigura di Wonder Woman, ci saluta esultando.
Ci accomodiamo a una lunga tavolata, in cui ogni sedia è seguita da una carrozzina. Ogni utente del Servizio è tra due volontari, e viceversa ovviamente: reciprocamente integrati.
Monica è di fronte a me, e deve occuparsi di Matteo, mentre io devo accontentarmi delle attenzioni di Guido. Non è che ci sia qualcosa di male, intendiamoci, nelle attenzioni di Guido, ma con le ragazze mi intendo meglio!
Mi porge il menu, la main page di qualunque ristorante e pizzeria.
Ok! Cominciamo da qui, poi vediamo!
Indico Pizza Impossibile, ovvero una Margherita con una quantità di ingredienti tale che è impossibile elencare.
Guido sgrana gli occhi. “Accidenti!… Vuoi stare leggero!”
Io rido, in segno di autoironica solidarietà.
Monica mi rivolge un sorriso d’intesa.
“Vuoi la Coca?" mi chiede Guido.
“Sì.”
Guido guarda Monica, rivolgendo lo sguardo tutt’intorno per non trascurare nessuno, e comincia a raccontare il nostro viaggio in macchina, con tutti gli annessi e connessi.
Monica mi guarda e ride.
Sento che tra noi si è stabilito un rapporto che può essere approfondito! Ma ho poco tempo, e devo trovare il modo di attirare la sua attenzione e non perdere i contatti!

Arriva la pizza. Calda, fumante. Come la mia mente.
Avrei tante cose da dire a Monica.
Le stesse che avrei da dire a Guido.
Ma con Monica, non so perché, mi vengono in mente meglio!
Guido mi mostra un boccone di pizza fumante. Comincio a mangiare.
I volontari iniziano a scherzare. Monica, con le sue occhiate furbesche e le battute smozzicate, mi coinvolge direttamente.
C’è una pausa. Guido guarda dall’altra parte. Ne approfitto: le chiedo cosa fa, e scopro che Wonder Woman scrive fumetti.
Apro di nuovo la bocca per parlare, ma Guido si volta, si scusa, e mi ficca un pezzo di pizza in bocca. Dopo un po’ mi chiede: “Ti piace il calcio?”.
Io faccio un’espressione un po’ perplessa, e, per le orecchie di Monica, mi affretto ad aggiungere: “Mi piace scrivere!”.
“Scrivi? E che cosa?” mi chiede Monica.
“Racconti. Scrivo per una rivista.”
Monica sgrana gli occhi. “Mi piacerebbe leggere qualcosa!”
Io concludo. “Hai un’e-mail?”
“Sì, certo.” E me la scrive.

Ci salutiamo, con la reciproca promessa di scriverci.
Sono soddisfatto. E’ stata una bellissima serata!... Guido e gli altri sono fortissimi; e io, ne sono sicuro, da oggi ho un’amica in più!