giovedì 29 giugno 2023

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 5^ Puntata: LA VENDETTA CHE VENNE DALLA STORIA

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho parlato di Tre primi incontri, il racconto che apre la mia antologia, Mister Noir (Oakmond Publishing), e di come la mia vita reale e la mia fantasia possano intrecciarsi tra loro in queste storie (CLICCA QUI). Ora vi racconterò la genesi de La vendetta dell’uomo che non era mai nato, il romanzo breve che, nell’Ottobre 2004, diede inizio alla serie Le avventure di Mister Noir sulle pagine di M-Rivista del mistero.

In quest’avventura, Mister Noir si ritrova a muoversi tra chiese cattoliche, presunti maghi, sette sataniche, e cacciatori di libri senza scrupoli, per dare la caccia a un fantasma serial killer che fa strage di preti. Suo cliente, un prete dal nome singolare, don Gianni Boncompagni, perseguitato da un terribile incubo accompagnato da una frase minatoria in latino (che feci tradurre dall'italiano al latino, appunto, da mio padre).

Ma come mi venne quest’idea?

Quando, nel 1999, scoppiò la diatriba culturale tra la comune ma errata convinzione che il Capodanno del 2000 avrebbe celebrato l’inizio del secondo millennio e la giusta e ponderata deduzione che invece avrebbe celebrato il compimento, e quindi la fine, di tale millennio, mio padre, che come me sosteneva questa seconda tesi, mi fece leggere un breve articolo sulla riforma del cosiddetto calendario gregoriano (ovvero quello che usiamo ancora oggi).

L’articolo non risolveva la diatriba, ma enunciava quali provvedimenti fossero stati adottati per adeguare il calendario terrestre a quello astronomico… dandomi subito lo spunto per scrivere un thriller di genere fantastico.

Tuttavia, al momento, dovetti rinunciare a questo progetto e dedicarmi ad altro (erano gli anni in cui collaboravo assiduamente con l’Agenzia giornalistica Hpress), anche se l’idea continuava a ronzarmi per la mente.

Quando poi, nel 2003, iniziai a scrivere la prima avventura di Mister Noir per un numero di M-Rivista del mistero intitolato Finestra sull’ignoto, dedicato appunto ai thriller surreali, decisi di riprendere quest’idea adattandola al mio nuovo progetto.

Pertanto mi documentai a fondo sulla riforma che portò alla nascita del nostro calendario… a partire da una drastica decisione, assolutamente inimmaginabile, che ora non vi rivelerò per non rovinarvi l’effetto sorpresa nella storia ma che mi diede l’idea per la trama e per il titolo di questo racconto. Era la prima storia di una nuova serie (o almeno questa era la mia intenzione!), la prima con un eroe disabile (seriale) protagonista di thriller umoristici. E quindi doveva essere proprio dirompente!

Tuttavia, in corso d’opera, agli inizi del 2004, appresi che questo racconto non avrei più potuto pubblicarlo su quel numero di M-Rivista del mistero, ma su un altro, intitolato Sangue spagnolo.

Infatti, Andrea Carlo Cappi, Direttore Editoriale della rivista, era venuto a sapere che quell’Ottobre, La passione per il delitto - un importante festival letterario internazionale che si svolgeva a Monticello Brianza -, sarebbe stato dedicato al giallo spagnolo; quindi scambiò l’uscita dei due numeri, in modo da poter presentare, giustamente, Sangue spagnolo in anteprima a quel festival, ma anticipando di tre mesi l’uscita di Finestra sull’ignoto (anche se poi, in effetti, uscì l’anno dopo, nel Marzo 2005).

Ritrovandomi a ridosso di una scadenza fuori programma, che mi impediva di finire in tempo La vendetta dell’uomo che non era mai nato, mi affrettai a inviare a Cappi un altro mio racconto, Delitto impossibile, adatto per quel numero (non sia mai che perdessi un’opportunità!), e, essendomi prefissato che ogni avventura di Mister Noir dovesse essere in tema col numero della rivista che l’avrebbe ospitata, cercai un appiglio per agganciare il mio racconto al giallo spagnolo.

Così decisi di citare, all’interno del mio racconto, il bel romanzo Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, che, su consiglio dello stesso Cappi, avevo letto per poter scrivere quella prima avventura di Mister Noir. Inoltre, essendo un tenace inseguitore del paradosso e della perfezione, mi cimentai pure nella recensione di quel libro (CLICCA QUI), creando in questo modo, su quel numero, una sorta di crossover tra un mio racconto e una mia recensione di un romanzo spagnolo.

Inoltre, essendo consapevole che se ero arrivato a quel punto lo dovevo soprattutto alla mia amica Federica, che per quattro anni mi aveva tenacemente accompagnato agli incontri letterari condotti da Andrea G. Pinketts & Andrea Carlo Cappi, volli inserirla, col suo nome e la sua descrizione, in quel mio racconto, importantissimo per me, riservandole un piccolo cameo… e trasformandola, nel tempo, in un personaggio ricorrente della serie: Federica Sirleto.

Anche don Fausto Giglio, immaginario discendente di Luigi Giglio - famoso medico, astronomo, e matematico del xvi secolo, nonché principale artefice della riforma che portò all’istituzione del calendario gregoriano -, nel corso del tempo è diventato un personaggio ricorrente!... Ma, di questo e di altri personaggi ricorrenti delle avventure di Mister Noir, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, mercoledì 28 giugno 2023

lunedì 26 giugno 2023

IL CLUB DUMAS: UNA MATRJOSKA CHIAMATA ROMANZO (Una recensione)

Nel 2004 lessi Il Club Dumas, un bellissimo romanzo di Arturo Pérez-Reverte, che poi recensii per il numero di M-Rivista del mistero intitolato Sangue spagnolo e che mi servì alla stesura de La vendetta dell’uomo che non era mai nato, la prima avventura di Mister Noir, che scrissi proprio per quello stesso numero.

Ora, La vendetta dell’uomo che non era mai nato è stato ripubblicato in Mister Noir, la mia antologia di romanzi brevi e racconti. Se volete leggerne uno stralcio, assieme a un racconto completo, CLICCATE QUI.

Quella che segue è, invece, la mia storica recensione de Il Club Dumas.

(Sergio Rilletti, lunedì 26 giugno 2023)

Un romanzo che catapulta il lettore in un mondo fittizio compie già un’operazione meravigliosa. Se poi, il romanzo in questione, lo proietta anche in un mondo creato da un altro scrittore, allora l’operazione è davvero immaginifica, e dimostra, in maniera inconfutabile, che la fantasia non ha confini!

E’ questo il caso de Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, un thriller assolutamente atipico e originale.

Il protagonista è un cacciatore di libri senza scrupoli, come sostiene il narratore, incaricato: Prima da un cliente di autenticare l’originalità di un capitolo de I tre moschettieri in  suo possesso, e Poi da un altro di verificare quale delle tre copie esistenti di un misterioso libro sul Diavolo del 1600 - il cui stampatore, accusato di stregoneria, era stato arso sul rogo -, è quello autentico, e di impossessarsene, ad ogni costo!

Da qui in poi noi lettori, che siamo stati avvertiti dal narratore sull’equivocità del protagonista, vorremmo prenderne le distanze, ma non è possibile! Travolto da un’inspiegabile catena di eventi, il protagonista si ritrova ad  affrontare delle avventure analoghe a quelle di D’Artagnan, capitando in luoghi e affrontando dei nemici che sembrano usciti direttamente dalle pagine di Alexandre Dumas, e che, a loro volta, sono stati ispirati a personaggi realmente esistiti.

Come una matrjoska.

Ma non finisce qui: l’effetto Matrjoska si estende. In questo romanzo che parla di romanzi e di libri, soprattutto di quelli antichi, i personaggi che si susseguono sono tutti appassionati letterari o bibliofili, con il gusto della lettura o dell’”oggetto libro” in sé, e, grazie a loro, i volumi prendono vita in ogni loro forma ed espressione, coinvolgendoci. Dalla fase creativa dell’autore a quella tipografica, niente viene trascurato, assolutamente nessun dettaglio!

Un romanzo “dotto” verso il quale non si può far altro che rimanere abbacinati dal notevole “bagaglio culturale” dell’autore, che comunque non risulta mai “pesante”. Un romanzo che fa scoprire il piacere della lettura attraverso i suoi personaggi, mediante uno stile ammaliante che induce ad assaporarlo con calma, rileggendo una stessa frase anche più volte. Una sorta di matrjoska letteraria dove l’elemento più esterno non è il protagonista ma il lettore, che, avendo a disposizione gli stessi elementi del protagonista, è indotto a cimentarsi nelle dure prove enigmistiche che stanno alla base del mistero.

Da questo libro è stato tratto il film La nona porta di Roman Polanski, interpretato da Johnny Depp. Il film è abbastanza piacevole, ma non riesce a ricreare lo spirito del libro: questo è un romanzo-matrjoska, concepito apposta per essere un romanzo, in cui scrittori e lettori possono identificarsi e “incontrarsi”; un romanzo talmente fantasioso e geniale che trova il suo apogeo proprio nella lettura!

©Sergio Rilletti, 2004