venerdì 1 luglio 2022

DIETRO LE QUINTE DI... "MISTER NOIR" DI SERGIO RILLETTI - 3^ Puntata: C'ERA UNA VOLTA... AGENTE SPECIALE

Salve a tutti!... Nella puntata precedente vi ho raccontato come la mia serie di racconti Le avventure di Mister Noir, e quindi la mia antologia Mister Noir (edita da Oakmond Publishing), sia nata dal voler riproporre l’umorismo e la briosità del telefilm Agente speciale, che vedevo quand’ero bambino, ma con un protagonista diversamente abile (CLICCA QUI).

Già. Ma che cos’era Agente speciale?

Agente speciale (titolo originale: The Avengers) era un telefilm chiaramente di origine inglese, anzi proprio british - come il tipico umorismo che lo contraddistingueva -, creato dal produttore Sydney Newman, che durò per sei stagioni, prima in bianco & nero e poi a colori, dal 1961 al 1969, ma che in Italia imperversò, quasi ininterrottamente, fino agli inizi di questo secolo.

Prendendo in considerazione solo le ultime tre stagioni, ovvero quelle trasmesse anche nel nostro Paese, in questa brillante serie l’elegantissimo agente segreto John Steed (interpretato da Patrick Macnee), armato di bombetta e ombrello, e le sue belle e letali assistenti - la graziosa e atletica Emma Peel (Diana Rigg), entrata di fatto nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati della serie, e successivamente Tara King (Linda Thorson) dagli occhi grandi e dolci -, affrontavano misteri, che spesso sembravano sconfinare nel surreale, con grande ironia e incredibile aplomb.

Loro erano agli ordini di due bizzosi capi diversamente abili: Mamma, un uomo opulento e paraplegico, e, in sua assenza, Papà, una donna smilza e cieca.

Apparsa solo poche volte, Papà, indipendentemente dalla sua cecità, non poteva proprio vedere Mamma.

Mamma, invece, era molto più presente. Aveva ai suoi diretti ordini una segretaria, Rhonda, sulla quale riversava tutta la sua autorità e nevrosi, affibbiandole degli incarichi assurdi che travalicavano persino il concetto stesso di parossismo (tipo farsi scarrozzare da un capo all’altro della scrivania mentre lui parlava al telefono). Verso Steed, però, nutriva una fiducia infinita, ed era disposto a usare tutta la sua influenza per aiutarlo e proteggerlo, anche quando un complotto ben organizzato lo indicava come unico indiziato.

Oltre alla creazione delle figure atipiche di Mamma e Papà, che dimostravano in modo inconfutabile che si poteva ironizzare sulla disabilità, Agente speciale aveva il grande merito di non possedere tabù: le persone disabili potevano benissimo essere dei capi capaci e bizzarri, ma anche dei folli dalla mente geniale da bloccare a qualsiasi costo; e le carrozzine elettriche erano sì dei semplici mezzi di trasporto… ma potevano anche essere utilizzate come inquietanti macchine di morte!

Da tutto questo, ho preso l’ironia, l’aplomb, e l’eleganza dei due protagonisti, uomo e donna d’azione, trasferendoli a Mister Noir ed Elena Fox.

Essendo la mia una serie di racconti, purtroppo non posso avvalermi di una sigla come quella di Agente speciale (con lui che si prepara a stappare una bottiglia di champagne, con lei che gliela stappa con un colpo di pistola, e con un delicato tintinnio di bicchieri in segno di brindisi), che, grazie anche al brano strumentale The Shake di Laurie Johnson, ne anticipava l’ironia; ma, grazie a Marco Giannuli, che creò il logo della mia serie per M-Rivista del mistero, e a Giorgio Rizzo, che ha realizzato la copertina della mia antologia, ritengo che l’ironia delle avventure di Mister Noir sia comunque ben rappresentata anche a livello grafico.

A questo punto, forse, sarete curiosi di sapere quali racconti e romanzi brevi compongono il mio libro, per un totale di 397 pagine.

Bene, se è così mi fa molto piacere!... Ma, di questo, ne parleremo più diffusamente nelle prossime puntate!

CONTINUA…

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@Sergio Rilletti, venerdì 1° luglio 2022

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