giovedì 24 ottobre 2024

MyLife - 90 E 56 (Un mio dipinto "a parole" di mia mamma)


Novant’anni vengono una volta sola nella vita; così come 56, d’altronde.

E 90 e 56 hanno diverse cose in comune.

Innanzitutto sono entrambi caparbi: se hanno un obiettivo, o un mistero da risolvere, non c’è nulla che possa fermarli.

Poi sono entrambi inclini alla bontà e al perdono. Be’, 56 forse fa un po’ più di fatica, perché è abituato a vedere con gli occhi e a ragionare con la mente. 90 no; 90, che a differenza di 56 è una donna, vede e ragiona sempre e solo con un altro organo: il cuore. Quindi non solo, come 56, non riesce a vedere il male dove non c’è - che è una prerogativa molto più rara di quanto si possa pensare -, ma, addirittura, quando qualcuno la ferisce e la fa soffrire, lei, grazie a uno speciale e potentissimo microscopio installato nella sua anima, alla fine riesce a intravedere degli atteggiamenti di scusa, impossibili da scorgere a occhio nudo, e quindi a perdonare sempre, chiunque.

Lei è la bontà e la generosità fatta a persona, ha un animo fanciullesco e colorato come un caleidoscopio, e si prodiga sempre verso gli altri, in qualunque modo possibile, facile o difficile; che siano persone a lei molto ben conosciute, poco conosciute, o semplici e casuali passanti, lei le aiuta comunque. E se qualcuno per strada la ringrazia o le dona un complimento o un sorriso, lei, una volta tornata a casa, con candido stupore comincia a chiedersi: Perché?.

Appartenendo al segno zodiacale della Bilancia, a differenza di 56 che è un Toro, procede, come un funambolo munito di piatti di porcellana, sul filo della vita, gestendo situazioni che rischierebbero di crollare frantumandosi al suolo.

Io, 56, in qualità di suo figlio, arranco per cercare di essere alla sua altezza. Sono perfettamente consapevole che è assolutamente impossibile, ma almeno ci provo!

E, in ogni caso, sono molto, molto, molto orgoglioso di averla come madre.

 

BUON 90° COMPLEANNO, CARA MAMMA!


©Sergio Rilletti, mercoledì 23 ottobre 2024 – ore 15.13

“pro” lunedì 21 ottobre 2024

 

mercoledì 16 ottobre 2024

MyLife - 20 ANNI CON MISTER NOIR (Un articolo autobiografico inedito)

Ebbene sì, sono passati vent’anni. Devo farmene una ragione.

Non che io li senta (anche perché gli anni passano, mica ti parlano!), ma è così.

Sono passati 20 anni da quella magnifica serata di Sabato 16 Ottobre 2004, quando, nella zona ristorante dell’Admiral Hotel di Milano, alle ore 20.14, dopo un lungo periodo di gestazione di circa tre anni, lui nacque.

No, non sto parlando di un neonato, e neanche di un bambino di circa tre anni, ma di colui che, sin dalla sua prima apparizione, era predestinato a diventare il primo eroe disabile seriale della Storia della letteratura italiana - affetto da tetraparesi spastica, esattamente come me -, protagonista di thriller umoristici.

Mister Noir.


Nacque in un numero di M-Rivista del mistero, fondata e diretta da Andrea G. Pinketts e Andrea Carlo Cappi, intitolato Sangue spagnolo, con un romanzo breve di genere fantastico, La vendetta dell’uomo che non era mai nato, che univa il thriller storico, come qualcuno l’ha definito, all’urban fantasy, dando origine a una serie di racconti completamente nuova, Le avventure di Mister Noir.

La sua età non era precisata, ma già dalla sua seconda avventura, Caccia alla cacciatrice, viene attestata sui trent’anni. Età che, nonostante il passare del tempo, non sembra essere cambiata; né per lui né per Elena Fox, la sua bella e indomita assistente che lo aiuta nelle indagini. E confido che, prima o poi, Mister Noir - di cui mi vanto di essere il biografo - mi rivelerà il segreto della loro permanente giovinezza.

Intanto i due simpatici detective privati, dotati di un forte senso dell’umorismo (lui) e di una notevole empatia (lei), continuano a indagare, passando di mistero in mistero, da un genere di thriller all’altro, conquistando l’interesse sia degli appassionati e degli esperti di gialli, nel senso più esteso del termine, sia di chi si occupa, a vario titolo, di disabilità.

Ma fu una domanda del tutto inaspettata di una giornalista a farmi trovare Mister Noir catapultato direttamente nella mia vita reale.

Nel marzo 2010, infatti, la giornalista Silvia Gelmini, nel bel mezzo di un’intervista reale al sottoscritto per il sito EducazioneSostenibile.it, mi chiese cosa ne pensasse Mister Noir dell’educazione ambientale.

E io che ne so?, pensai.

Ma, non potendo ovviamente risponderle così, cominciai a cercare una soluzione, la trovai, e le risposi nel seguente modo: Com'è noto a chi segue da tempo Le avventure di Mister Noir, io sono il biografo dell’ironico detective; quindi io gli ho girato la domanda, e lui ha risposto così: "L'educazione ambientale è davvero un problema annoso, perché l'ambiente non vuole affatto essere educato. Protesta su tutto!… Lo smog gli rende poco gradevole l'aria, gli abusi edilizi deturpano la sua immagine, non vuole permettere ai cacciatori di fare liberamente quello che vogliono, e ogni volta che qualcuno abbatte una parte di foresta gli cresce il buco nell'ozono!… E' pieno di esigenze, questo ambiente!… E, di contralto, ci sono terremoti, alluvioni, esondazioni, pareti di montagna che sembrano sciogliersi come panetti di burro franando, tsunami, eruzioni vulcaniche, e onde anomale, che si abbattono su tutto ciò che l'uomo ha creato per garantirsi il possesso dell'ambiente; e, a chiosa di tutto ciò, orche rinchiuse in parchi acquatici che affogano le proprie istruttrici!… Ecco: io non so se questi fatti siano un chiaro messaggio dell'ambiente, ma, se fosse per me, lo tratterei con molto più rispetto… magari dandogli del Lei!".

A ripensarci sembra incredibile, ma, girando la domanda direttamente a Mister Noir, avevo trovato subito le parole giuste, la risposta esatta, ma proprio esatta.

Ebbene sì, Mister Noir mi aveva levato da un brutto impiccio.

E quello fu solo l’inizio.

Da quel momento, Mister Noir cominciò a palesarsi nella mia realtà: facendo un intervento in una chat d’un programma radiofonico che stavo ascoltando, per complimentarsi con mia nipote Greta; scrivendo un messaggio personale a Tecla Dozio, pubblicato nel volume a tiratura unica Te la ricordi la Libreria del Giallo?; e, soprattutto, come seppi in seguito, seguendo dei casi connessi con alcune mie vicende ed esperienze, più o meno conosciute.

Così prendono vita racconti come Tre primi incontri e C’è del marcio a Monticello Brianza, e romanzi brevi come Testimonial di una profezia (Operazione Polluce Blu) e Assalto alla RAI, tutti contenuti nel corposo volume Mister Noir (edito da Oakmond Publishing - CLICCA QUI), in cui la mia fantasia e la mia autobiografia si fondono, senza però mai confondersi, tra loro, decretando la svolta decisiva delle avventure di Mister Noir.

E i primi due racconti di questa nuova era, indipendentemente dal successivo ordine cronologico, furono Inseguimento a ruota, che scrissi per il sito della LEDHA-Lega per i diritti e la dignità delle persone con disabilità, ambientato a Celle Ligure, e Attentato al Cineindipendente, che scrissi per i tipi dell’Associazione Progetto Cine Indipendente, di Celle Ligure, in occasione del primo incontro pubblico in assoluto - intitolato I Misteri di Mister Noir - che mi vedeva protagonista, corredato pure da un fascicolo con una raccolta di miei racconti realizzato appositamente per l'occasione.


Ma non è finita qui.

E’ sempre a Celle Ligure, dopo una formidabile presentazione del libro Le avventure di Mister Noir (Cordero Editore) - mirabilmente condotta da Daniele G. Genova e Martin Zanchetta, e con un pubblico particolarmente attivo e partecipe -, che Mister Noir ricevette una candidatura come cittadino onorario… anche se poi il sindaco, Renato Zunino, decise invece di attribuire a me la prima, e per ora unica, Civettina d’Oro della città, assegnandomela per meriti culturali. Mentre, in tempi molto più recenti, su invito di Stefano Pastorino che mi ospita regolarmente nel suo programma Noi su Radio Skylab, Mister Noir ha fatto un intervento nella mia rubrica radiofonica Parola di Scrittore-Cinque minuti con Sergio Rilletti!... E, come se tutto questo non bastasse, nel 2020, su specifica richiesta di Giada Trebeschi - scrittrice, e capo-editor della Oakmond Publishing -, è stato lui a scrivere, a modo suo, una breve biografia su di me (CLICCA QUI)!

Infine, lo scorso agosto, per presentare il mio attuale libro che lo riguarda, Mister Noir appunto, in modo un po’ diverso, ho ideato una presentazione-recital intitolata Un recital per Mister Noirriservandomi una parte nel ruolo di me stesso.

Oggi è il 16 ottobre 2024. E’ mercoledì anziché sabato, questo è vero, ma sono pur sempre passati vent’anni; non c’è niente da fare.

E, per celebrare degnamente questo storico anniversario, a breve uscirà il primo romanzo vero e proprio della serie: Mister Noir-Hate & Love (edito da Oakmond Publishing).

Non voglio anticiparvi nulla, ma sarà un romanzo che si snoderà tra l’attualità… e tutto ciò che caratterizza le avventure di Mister Noir. E spero proprio che sorprenderà voi, nel leggerlo, come ha sorpreso ripetutamente me, nello scriverlo!


 
 ©Sergio Rilletti, mercoledì 16 ottobre 2024 – ore 16.37

 

martedì 15 ottobre 2024

SORVOLARE... SULLE ALI DELLA FANTASIA (Una poesia inedita - Scritta per "GIOVANI SENZA CONFINI 2024")

Da sempre diciamo Volare sulle ali della fantasia:

una formula un po’ magica

che è un po’ di tutti… e un po’anche mia;

ma quello a cui nessuno pensa,

e che nella mente capolino non fa,

è che la fantasia serve anche a sorvolare la realtà.

Lei ci fa, sì, volare su reami colorati, principi, e principesse,

ma ci fa anche planare su città, viali, e teste assai diverse;

e se c’è qualche problema che notiamo,

noi una soluzione la cerchiamo;

e non importa se una questione è semplice o tortuosa,

perché la fantasia è comunque sempre assai generosa;

e, se noi le diamo la possibilità,

la fantasia sempre ci aiuterà

a modificare, con pazienza, la realtà.

Attenzione, però, perché la fantasia, a volte, è birichina,

e una realtà che personalmente non vediam

possiamo confonderla con quello che noi pensiam.

E se qualcuno ci fa tanto innervosire,

noi in un racconto lo possiamo inserire:

ovviamente la fantasia un altro nome gli darà,

ma ciò che ci ha fatto arrabbiare si saprà,

e, a sfogarci e a migliorare il mondo, utile sarà.

Così da sempre è, e così sempre accadrà:

qualunque cosa noi facciam,

la fantasia ci accompagnerà,

e se a sfruttarla al meglio noi riusciam,

grandi gioie e soddisfazioni lei ci regalerà,

e un gran bene, a tutti, farà!


                                               Sergio Rilletti

                                        Milano, venerdì 28 giugno 2024


Letta da Martin Zanchetta alla Galleria Bouffou durante la manifestazione "GIOVANI SENZA CONFINI"

Celle Ligure, sabato 7 settembre 2024


lunedì 2 settembre 2024

PAROLA DI SCRITTORE (2x09): IL MIO NOME E' PLAYLIST (Un intervento filosofico-autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti a questa nona e ultima puntata, almeno per questa stagione, di Parola di Scrittore!

A volte incappo in persone normodotate, che conosco bene, che si lamentano della propria vita e della propria solitudine. E quindi io, che - nonostante le mie notevoli difficoltà motorie -, grazie a una serie di scelte di vita ben precise sono un esempio dell’esatto contrario, avevo deciso di dedicare questa puntata a questo argomento. Tuttavia, il clima caldo ma spensierato dell’estate mi induceva a cercare un tema più distensivo; così, mi è venuta in mente un’idea alternativa, un giusto compromesso: trattare quest’argomento attraverso un’immaginaria playlist di tre canzoni particolarmente significative per me.

Quindi, parafrasando una celebre canzone contro la guerra dell’eclatante trio Ligabue-Piero Pelù­­-Jovanotti, il titolo di questa puntata, inevitabilmente, è: Il mio nome è Playlist.

Il primo titolo di questa mia playlist è, ovviamente, Uno su mille, uno dei più grandi successi di Gianni Morandi. Avevo 17 anni quando, in tv, la sentii per la prima volta: un vero e proprio inno alla perseveranza e alle proprie capacità, che decisi di adottare subito, ma proprio subito, come colonna sonora del mio sogno di diventare uno scrittore famoso.

Un sogno che, come tutti i sogni che si rispettano, e come insegna il bellissimo film Million dollar baby di Clint Eastwood interpretato da Hilary Swank (anche se poi, nella seconda parte, cambia decisamente argomento), ho dovuto inseguire per anni con profonda dedizione e pervicacia, cogliendo al volo ogni opportunità, andandomele a cercare quando non si presentavano da sole, e compiendo vere e proprie scelte di vita che mi facessero rimanere sempre in costante contatto col mondo della scrittura (in qualunque sua forma e dimensione).

E quando nel 2001 Andrea Carlo Cappi, in qualità di Direttore Editoriale di M-Rivista del mistero, decise di cominciare a darmi costante fiducia (pubblicando, tra le altre cose, le prime avventure di Mister Noir e Solo!, il mio racconto autobiografico per eccellenza - CLICCA QUI), io iniziai a darmi tenacemente da fare, cercando (e trovando) sempre un modo per collaborarvi. Eh, sì; perché lui era intenzionato ad aiutarmi ad affermarmi come scrittore, ma io dovevo dargli l’opportunità di farlo!

E così, oltre alle molte soddisfazioni personali - tra cui collaborazioni con autorevoli scrittori -, arrivarono pure la Civettina d’Oro per meriti culturali, questa mia rubrica radiofonica (credo la prima, in assoluto, con questo tipo di format), e, recentemente, un’inaspettata intervista, di prossima pubblicazione, che ho rilasciato a una rivista scientifica della prestigiosa Università Complutense di Madrid.

Uno su mille ce la fa! Ma com’è dura la salita; in gioco c’è la vita!” declama Gianni Morandi nella sua canzone.

Ecco. Io non mi considero ancora uno scrittore famoso, ma se non mi fossi impegnato così a fondo sarei rimasto solo un eterno sognatore a occhi aperti… e non avrei mai raggiunto tutti questi (e molti altri) risultati.

Il secondo brano di questa mia playlist è Hey man di Zucchero, che ho anche citato durante il mio intervento per la Civettina d’Oro (CLICCA QUI), a Celle Ligure; un brano sul valore dell’incontro, anche occasionale, con il prossimo, conosciuto o no, e, quindi, sul valore dell’amicizia.

Io, quando sono a Celle Ligure, vado in giro da solo, e mi fermo a parlare con le persone. Lo faccio dall’età di 19 anni, da quando ho potuto iniziare a uscire da casa con la mia carrozzina elettrica. Spesso sono persone che conosco, altre volte no; ma io mi fermo comunque, dedicando loro del tempo e la mia attenzione, qualunque età abbiano.

Per esempio,  anni fa, ogni volta che passavo davanti alla Casa di Riposo N.S. di Misericordia, incontravo un terzetto di anziani, capeggiato da una certa signora Rosa, che mi fermavano per un veloce, e ben augurale, scambio di battute. Un doppio-appuntamento giornaliero a cui aderivo molto volentieri, sapendo che, a loro volta, attendevano con gioia il mio passaggio.

E così, scorrazzando avanti e indietro per le strade di Celle Ligure, mi sono fatto molti amici, diversi dei quali ho ancora oggi.

Ma l’amicizia è un bene prezioso, che deve essere sempre coltivato, senza remore.

Io ho molti amici, e soprattutto molte amiche, che riunisco una volta all’anno per la mia festa di compleanno; una ricorrenza fissa che mantengo da 35 anni, sapendo che alcuni di loro ci tengono proprio… arrivando persino a richiedermela.

Sì, certo, ci sono certi amici che rischierei di non sentire e di non vedere proprio più se non fossi io a chiamarli, ma l’entusiasmo che sento nella loro voce quando li chiamo mi fa deporre l’orgoglio e continuare a mantenere, così, i rapporti.

Hey man, vieni e canta insieme a me, da questa parte della strada” invita Zucchero nella sua canzone.

Ecco. Se io non mi fossi comportato e non mi comportassi tuttora come ho raccontato - o, peggio ancora, se mi fossi rinchiuso in casa e isolato -, non solo a Celle Ligure non sarei così popolare, ma non avrei neanche così tanti amici.


Il terzo (e ultimo) titolo di questa mia playlist è Eh… già di Vasco Rossi, un brano sulla forza di volontà per superare, senza accettare loschi compromessi, le avversità. Un brano che da quando, verso la fine del 2018, dopo 32 giorni di degenza, sono uscito rinato dal reparto Medicina 3 dell’Ospedale Sacco di Milano, ho fatto mio.

Io ho la fama di essere un duro, un combattente, e in qualche puntata di Parola di Scrittore l’ho pure dichiarato apertamente, raccontando alcuni fatti al riguardo. Ho dovuto cominciare a combattere da quando ero piccolissimo, quando ero ancora nella pancia di mia mamma, per cercare la via d’uscita; e da allora non ho più smesso. Non solo per salvarmi la vita, ovviamente, ma anche per perseguire i miei sogni e salvaguardare i miei ideali. Anche a costo di fare scelte drastiche e, a volte, definitive.

Ora non farò l’elenco di tutte le volte che l’ho fatto, ma se c’è una cosa di cui sono particolarmente orgoglioso è che io, all’atto pratico, sono coerente con ciò che scrivo. Non che mi comporti esattamente come Mister Noir o come altri miei personaggi, ben inteso, ma l’impegno contro le ingiustizie di cui sono direttamente testimone è lo stesso.

Eh… già: sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua” dichiara Vasco Rossi nella sua canzone.

Ecco. Se io non fossi un vero combattente, nella vita avrei sicuramente molti meno problemi, ma niente di ciò che scrivo, e della musica che ascolto abitualmente, avrebbe realmente più molto senso.

E tutto questo perché il mio nome è Playlist.

Già. Ma attenzione: perché anche il nome di ciascuno di voi è Playlist.

E, che ci piaccia o no, è un nome veramente molto, molto, molto impegnativo. 

©Sergio Rilletti, sabato 24 agosto 2024, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta

 

martedì 7 maggio 2024

PAROLA DI SCRITTORE (2x08): MALEDETTO BIOGRAFO! (Un racconto-spot con L'Uomo Che Fumava, l'antagonista principale di Mister Noir - Versione per Radio Skylab)

 

Salve a tutti, e Benvenuti all’ottava puntata di Parola di Scrittore!... Domenica 28 Aprile, alla Galleria Crocetta di Celle Ligure, durante la prima edizione di Celle che legge-Pestare parole - il cui sottotitolo rende molto bene l’opera di macinazione che sta alla base del lavoro di scrittore -, c’è stata una nuova presentazione del mio libro, Mister Noir (edito da Oakmond Publishing), riproponendo al pubblico presente, e quindi dal vivo, l’intera banda di Parola di Scrittore.

Durante tale presentazione, però, ho potuto solo accennare a Maledetto biografo!, il racconto-spot dove L’Uomo Che Fumava, l’antagonista principale di Mister Noir, pubblicizza, a modo suo, il mio libro.

Quindi ora, insieme a Stefano Pastorino e Martin Zanchetta, ho deciso di proporlo a voi.

E così è uscito. Non bastava il primo libro, Le avventure di Mister Noir, no, ora ne è uscito pure un altro; molto più corposo del precedente, perdìpiù.

Già, uno pensa: E’ uscito un libro, quel rompiscatole dell’autore ha fatto divertire, ha fatto riflettere, ha osato persino deridere me e la mia splendida Organizzazione criminale internazionale fantasma… ma ora la pianterà!

E invece no.

Non ha fatto neanche in tempo a essere messo fuori commercio quel libro, che ne è uscito subito un altro: Mister Noir.

E non un libro qualsiasi, non un semplice seguito o una semplice riedizione di quello precedente. No. Macché. Lui si è inventato addirittura un mix, un cocktail.

Ha preso tutte le storie del primo libro, ormai fuori commercio, ha aggiunto un classico di Mister Noir, che quando era uscito nel 2006 su M-Rivista del mistero aveva ottenuto un grandissimo successo, ha scritto appositamente tre racconti nuovi, mai pubblicati - di cui uno, quello finale, che riguarda direttamente me e la mia Organizzazione -, colmando così i vuoti narrativi, e ha rivisitato tutti i racconti, dal primo all’ultimo, uniformando lo stile e creando un universo narrativo, fatto non solo di storie e personaggi ricorrenti, ma anche di una filosofia di vita che si contrappone drasticamente alla mia - che ambisco al totale assoggettamento delle menti delle persone -, anche quando non sono presente nelle storie.

E così l’autore, che nei racconti mi identifica come L’Uomo Che Fumava, ha realizzato un volume di undici storie, intitolato semplicemente Mister Noir, come il nome del protagonista - affetto da tetraparesi spastica, ironico, e rompiscatole almeno quanto lui -, che sfiora le quattrocento pagine, e che narra le avventure del detective e della sua assistente, Elena Fox, fino a domenica 10 giugno 2007, quando io e la mia Organizzazione criminale, La Spada di Damocle, tentammo di eliminare proprio il suo biografo, assaltando la sede milanese della RAI.

Ma andiamo con ordine.

Il libro si apre col primo incontro tra Mister Noir ed Elena Fox, con la loro prima rissa contro un gruppo di bulli, e col nefasto momento in cui Mister Noir notò, per la prima volta, il suo futuro biografo; si prosegue con la forsennata caccia a un fantasma serial killer, e al conseguente scontro con una setta satanica, che porta alla luce un fatto storico fondamentale per la vita di tutti noi ma poco conosciuto nella sua interezza; nella terza storia, ambientata durante un’anomala rapina palindroma, Mr. Noir interviene per difendere due bambini da un atto di bullismo; nella quarta avventura, l’autore ci parla di folli cure sperimentali per persone con disabilità e di commercio illegale di organi; poi, nella quinta storia, è il turno del misterioso delitto di un educatore, che i due detective sono chiamati a risolvere in una comunità di Monticello Brianza abitata da persone con… diverse particolarità; nella sesta avventura, invece, i due detective sono impegnati a dare la caccia a Serena Bonita, una spietata killer dallo sguardo torvo, che mi piacerebbe molto avere tra le mie fila, perfetta sosia di Elena Fox.

E poi… E poi c’è la narrazione dell’allucinante caso del delitto indotto, e di quando, indagando sul mondo dei call center, quel maledetto investigatore privato intralciò, per la prima volta, i piani miei e della mia Spada di Damocle.

 L’ottava avventura, invece, è ambientata a Porto Azzurro, e, mentre Mister Noir ed Elena Fox sono impegnati a sventare una catastrofica profezia legata a un fatto storico e di cronaca realmente avvenuti in quelle acque, quel rompiscatole dell’autore ci fa vivere la gioiosa atmosfera della 10^ Regata dell’Amicizia - una manifestazione sportiva velica a cui lui stesso ha partecipato, riservata alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori -, permettendosi addirittura di far notare com’è un rapporto sano e normale tra persone disabili e normodotate; indipendentemente dai ruoli.

Segue una breve vicenda ambientata in un’altra località marittima, Celle Ligure, in cui il detective, con la sua possente carrozzina elettrica, si mette all’inseguimento di un ragazzino in bicicletta che gli ha mancato di rispetto; mentre, nella storia successiva, Mr. Noir ha solo dodici ore di tempo per trovare l’antidoto che salvi la vita al suo cliente, tentando di decifrare quello che lui dice, che però, a causa del veleno che ha ingerito, col passare del tempo e quindi con l’approssimarsi della propria morte, fa battute sempre più demenziali e incomprensibili.

E infine c’è l’undicesimo racconto, quello col quale il biografo di Mister Noir ha deciso di chiudere l’antologia.

Apposta.

Per farmi uno sberleffo.

Infatti, si tratta del lungo racconto dell’ingegnoso piano che avevamo escogitato per eliminarlo quando sarebbe stato ospite di Luca Crovi nel programma Tutti i colori del giallo di Rai Radio Due. Il suo thriller autobiografico Solo! (CLICCA QUI), purtroppo ancora disponibile sul web con i suoi vari sequel - che aveva scritto sia per reagire a un’eccessiva e ingiustificata omertà di gruppo sia per la voglia di ritrovare la coppia di giovani che lo soccorse al Parco di Monza -, l’aveva reso popolare, dimostrando che anche le persone disabili, se vogliono, possono reagire in modo deciso e funzionale!... E noi, questo, non potevamo certo permetterlo!

Purtroppo l’esistenza stessa di questo libro è la prova inconfutabile che il nostro piano non funzionò.

Non solo, ma nel 2017, complice una presentazione particolarmente riuscita del suo libro precedente, che ora è inglobato in questo, il sindaco di Celle Ligure, Renato Zunino, gli conferì la prima Civettina d’Oro della città, per meriti culturali.

Insomma, per me e La Spada di Damocle, un disastro totale!

Ora sicuramente voi vi state chiedendo perché io, che ho tutti i motivi per odiare Mister Noir e il suo maledetto biografo, stia facendo pubblicità a questo libro.

Be’, il motivo è molto semplice: il libro ormai esiste; s’intitola Mister Noir, è edito dalla Oakmond Publishing, e si può comprare facilmente su Amazon (CLICCA QUI)!... E io ci tenevo a farvi conoscere il mio pensiero, il mio punto di vista al riguardo.

Così, anche se non credete alla mia esistenza e pensate che io sia solo un parto della fantasia di Sergio Rilletti - il biografo di Mister Noir -, da ora in poi ogni volta che sentirete una spada di Damocle pendervi sopra la testa o colpirvi a tradimento, be’… saprete a chi pensare!


©Sergio Rilletti, sabato 4 maggio 2024, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta

 

mercoledì 24 aprile 2024

MISTER NOIR A "CELLE CHE LEGGE" (Una nuova presentazione del mio libro)

 

Salve a tutti!... Vi aspetto DOMENICA 28 APRILE, alle Ore 15, presso la Galleria Crocetta (sul Lungomare Crocetta di Celle Ligure), dove, in occasione della prima edizione di Celle che legge, farò una nuova presentazione del mio libro: Mister Noir (edito da Oakmond Publishing).

Con me ci saranno gli inossidabili Stefano Pastorino e Martin Zanchetta.

E, a proposito di Celle Ligure, se volete leggere il testo del mio recente intervento di Parola di Scrittore-Cinque minuti con Sergio Rilletti, intitolato Celle Ligure e il Pronto Intervento della Solidarietà, il link diretto è:  https://rilletti.blogspot.com/2024/04/parola-di-scrittore-2x07-mylife-celle.html .

 

BUONA LETTURA A TUTTI, E… VI ASPETTO DOMENICA 28 APRILE A CELLE LIGURE (SV)!

 


 ©Sergio Rilletti, mercoledì 24 aprile 2024

martedì 9 aprile 2024

MyLife - SOLO!... UNA STORIA DI MOLTEPLICI CAPACITA' (Un racconto autobiografico - Versione inedita 2024)

Non so quanto tempo fosse passato e quante strade avessi già provato, da quando mi abbandonarono in mezzo al Parco di Monza per farsi un giro in risciò, ma sicuramente troppo.

Troppo per me, troppo per i miei nervi, troppo per la mia piccola carrozzina elettrica che rischiava di scaricarsi.

E tutto per l’indicazione di un educatore volpone,

(“Tanto, la strada è facile: vai avanti fino all’autodromo e poi giri a sinistra, costeggiandolo”),

che poi risultò fasulla.

Così, non avendo più indicazioni da seguire, iniziai a cercare, più volte, una strada alternativa per raggiungere la mia meta finale, tornando spesso, dopo ogni tentativo fallito, nel punto esatto in cui mi avevano abbandonato, nella vana speranza che tornassero a cercarmi.

Ma, ogni volta, trovavo il Nulla.

Mi risolsi, quindi, a cercare aiuto; anche se, con i miei gravi problemi motòri, uniti a quelli specifici dell’articolazione del linguaggio, sarebbe stata un’impresa alquanto improba.

Per fortuna, dopo alcuni soggetti che vedendomi sbracciare mi dicevano “Ciao!” e se ne andavano, ce ne furono quattro che si distinsero.

Il primo fu un anziano contadino, che incontrai addentrandomi in una cascina, sfidando il terreno accidentato, a rischio di ribaltarmi; sembrava una città fantasma, con i palazzi fatiscenti, e lui, capendo che avevo bisogno d’aiuto, s’interessò. La sua voce era fessa, ma lui no. E quando, per facilitare la comunicazione, gli dissi semplicemente “Cascina Costa Alta”, che era la mia meta finale, lui mi indicò la strada, avvertendomi però che ero a due chilometri di distanza e che avrei dovuto fare una “salita così!”. Ringraziai e, anche se per nulla tranquillo, mi avviai. Ma anche quella strada, come quelle precedenti, dopo un po’ risultò interrotta.

Il secondo era un giovane pattinatore che incontrai appostandomi di fianco a una mappa del Parco di Monza, attirando l’attenzione. Arrivò, e, dopo qualche giravolta sui suoi rollerblade, si fermò accanto a me. Io gli indicai la Cascina sulla mappa, e lui mi indicò la strada. Lo ringraziai, lui se ne andò, e io mi avviai seguendo le sue indicazioni, svoltando, poco dopo, in un viale a sinistra, che però mi sembrava di aver già percorso un’infinità di tempo prima.

E fu qui, quando ormai ero all’apice dello scoramento e della depressione, che feci il mio terzo e quarto incontro. Si trattava d’una coppia di giovani - lei bionda ed estroversa, lui bruno e un po’ più riservato -, che appena mi videro, solo e spaventato, capirono subito tutto, compreso che ero con un gruppo… che mi aveva perso!

Improvvisamente, mi sentii al sicuro, capendo che loro non mi avrebbero abbandonato, e in cuor mio li definii subito, ma proprio subito, “Due angeli custodi mandati da Dio”. Lei, Lisa - che, vedendomi stupito da come mi capiva bene, mi disse, a mo’ di spiegazione, che faceva la maestra -, e il suo amico, seguendo le mie indicazioni presero l’agenda telefonica dalla mia borsa, e, utilizzando il cellulare di lui, riuscirono a rintracciare il gruppo di volontari, e relativo educatore volpone, che mi avevano perso, facendomi venire a prendere.

E questa fu la mia prima, grandissima vittoria!

Ora qualcuno di voi si chiederà: Chissà quanti complimenti avrà ricevuto, chissà in quanti modi si saranno prodigati in scuse e spiegazioni, chissà come avrà fatto Sergio a ritrovare l’educatore volpone e i relativi volontari tra la montagna di cenere con cui si saranno cosparsi il capo?!

Ebbene, no. Non è accaduto nulla di tutto questo. Anzi, tutt'altro.

Si scatenò un inferno di omertà che proprio non mi aspettavo, e che non solo mi ha impedito di avere il numero di cellulare dei due giovani, che l’educatore volpone e due volontari possedevano e che mi avevano promesso di darmi, ma costringendomi anche a constatare l’unanime disinteresse di tutti i volontari presenti quel giorno, che, pur conoscendomi da anni e avendo la mia e-mail, in modo assolutamente disciplinato decisero di non farsi più sentire.

L’unica cosa che smosse loro e il loro educatore-capo, altrettanto volpone di quello del Parco, fu un’e-mail che inviai - poco prima di Natale - a molte persone di loro conoscenza, e per correttezza anche a loro stessi, informando tutti di ciò che stava accadendo.

Ovviamente, Volpone II fece di tutto, ma proprio di tutto, per minimizzare l’accaduto, ma la valanga di e-mail che gli piovvero addosso chiedendogli spiegazioni, di cui mi riferì in un maldestro tentativo di rimbrottarmi, lo costrinsero a farmi incontrare Volpone I e i relativi omertosi volontari, come stavo chiedendo da mesi.

E questa fu la mia seconda, grandissima vittoria! 

Quello che Volpone I, Volpone II, e compagni, non sapevano, era che, proprio in quel periodo, Andrea Carlo Cappi stava preparando un numero di M-Rivista del mistero - con la quale collaboravo stabilmente da quattro anni - intitolato Lezioni di paura. Con tutta la paura che avevo provato ma che ero riuscito comunque a dominare, e con la voglia immane di rintracciare la giovane coppia che mi aveva soccorso, colsi al volo l’occasione per scrivere Solo!, un lungo racconto - che potete scaricare gratuitamente dal web (CLICCA QUI) - in cui narro, attimo per attimo, tutto quello che avevo vissuto e realmente pensato in quelle due ore di autentico terrore al Parco di Monza.

Anche in questo caso non mi dilungherò nei dettagli, ma questo fu l’inizio di uno strepitoso successo: giornali e riviste, blog, scrittori e scrittrici, persone che conoscevo poco o che non conoscevo affatto, mi manifestarono, tutti, la loro completa solidarietà, attivandosi per diffondere la mia storia. Persino le radio diffusero il mio appello per ritrovare i miei due giovani ed encomiabili soccorritori. E io partecipai a due programmi radiofonici della RAI, di cui uno addirittura in diretta, al quale andai come ospite parlante in studio, incredibile ma vero, in qualità di scrittore.

Tutto ciò, sia ben chiaro, per un numero di cellulare - quello dei miei due giovani soccorritori -, promesso ma mai dato!

E questa fu la mia terza, grandissima vittoria!... A dispetto della mia disabilità e di tutti coloro che pensano, erroneamente, che una persona disabile non possa reagire! 

Ora sono passati ben diciotto anni da quella fatidica Domenica 9 Aprile 2006 che cambiò radicalmente la mia vita, e io di quella brillante coppia di giovani che mi aiutò, di cui parlo anche nel mio libro Mister Noir (edito da Oakmond Publishing - CLICCA QUI), dedicando loro un mio racconto - il crossover Assalto alla RAI - , purtroppo non ho saputo più nulla.

Ma io mi ostinerò sempre a ricordarli, sempre nell’annosa speranza di riuscire a rintracciarli e, finalmente, ringraziarli!

 ©Sergio Rilletti, martedì 9 aprile 2024