lunedì 3 giugno 2019

PAROLA DI SCRITTORE (1x12): MyLife - RICORDANDO LA MIA CIVETTINA D'ORO-2^ Parte: LIBERTA', AUTONOMIA, INTEGRAZIONE (Un mio articolo inedito - Scritto per Radio SkyLab)

Salve a tutti!... La scorsa settimana, per celebrare la Civettina d’Oro per meriti culturali che il sindaco Renato Zunino mi conferì due anni fa, ho cominciato a parlare del mio rapporto con la città di CelleLigure e, quindi, con chi la popola.
Ora, riprendendo quel discorso, porrò particolare attenzione su due concetti di cui ho già parlato la volta scorsa: libertà e autonomia. Due termini che, magicamente, confluiscono in un terzo: integrazione.
Già, integrazione.
Integrazione, per una persona con difficoltà motorie, nella vita sociale di una città priva di barriere architettoniche, avendo quindi la concreta possibilità di partecipare, autonomamente, ai suoi eventi, tessendo così nuove relazioni.
Tra tutti gli eventi a cui ho partecipato (a volte anche come protagonista), di cui si potrebbe fare un volume piuttosto corposo stilandone semplicemente l’elenco, oltre ai concerti della Banda G. L. Mordeglia - che seguo puntualmente da tempi immemorabili -, e a quelli dei Mezzosotto - un formidabile ed elettrizzante quintetto di cantori a cappella -, ne voglio ricordare due che sono stati proprio fondamentali per me.
La Mostra Internazionale del Cinema Indipendente, che per 12 anni ha ravvivato le estati cellesi, invitando anche ospiti prestigiosi - tra cui Alessio Boni,  Enzo Iacchetti, e la partecipazione virtuale di Andrea G. Pinketts -, e che tutti speriamo possa ritornare presto; e Libri al sole, il prezioso festival letterario, organizzato dall’omonima Associazione Culturale, dedicato all’editoria di piccola e media grandezza, che speriamo possa continuare ancora a lungo. Due belle manifestazioni che non mi sono limitato a seguire solo come spettatore, ma in cui, avendo dei sogni da scrittore e degli obiettivi ben precisi da raggiungere, e munendomi di una certa dose di coraggio, mi sono messo direttamente in contatto con gli organizzatori, riuscendo sempre nei i miei intenti.
E Celle Ligure, accessibile anche alle carrozzine dei bambini, mi permette di tessere un rapporto speciale anche con loro: quelli che mi conoscono bene, e che considero dei piccoli amici, mi accolgono sempre con un’esplosione di felicità, correndomi pure incontro; gli altri, quelli che magari mi notano per strada, si fermano, mi scrutano, e, giustamente incuriositi, mi parlano, cercando pure di capirmi; e alcuni ci riescono. Anzi: qualcuno mi capisce talmente bene, che, sin da quando andava all’asilo, mi fa da interprete ai propri genitori!
Ma il rapporto con la città di Celle Ligure si è consolidato definitivamente quando, circa dieci anni fa, una signora, vedendo che ero dispiaciuto di non poter andare in chiesa (causa scalinata all’ingresso), informò mia mamma che c’era un percorso alternativo dotato di una rampa e di un ascensore.
Lì, don Piero Giacosa, il parroco della Parrocchia San Michele, mi accolse subito con grande entusiasmo, facendomi partecipare, in modo eclatante, alla Veglia Pasquale, che cominciava pure con un falò all’esterno, avendo cura di farmi vivere assolutamente tutto, sin dal principio, al meglio; immettendomi, di fatto, in quella comunità parrocchiale, e riempiendomi di esuberante affetto ogni volta che mi vedeva.
Una comunità che ho trovato subito festosa e accogliente, e in cui ho voluto proprio integrarmi, ampliando pure le mie conoscenze; complice anche una bimba piccolina che, scrutandomi e venendo a farmi le carezze ogni volta che mi vedeva a Messa, mi ha permesso di conoscere i suoi genitori.
Integrazione che si è consolidata qualche estate dopo, quando, assieme a mia madre, partecipai a una serie di incontri di preghiera, in stile Taizè, che si tenevano nella cappella della Casa di Riposo della città. Un’esperienza molto emozionante, di aggregazione, organizzata da don Pietro Pinetto, che in quel periodo guidava la Parrocchia San Michele: una persona di garbo, gioiosa e mite al tempo stesso, di cui ho un bellissimo ricordo che niente e nessuno potrà mai dissipare.
La stessa Casa di Riposo fuori dalla quale, fino a poco tempo prima, un terzetto di anziani, capeggiati da una certa signora Rosa, ogni volta che mi vedevano passare, mi fermavano per un veloce, e ben augurale, scambio di battute. Un doppio-appuntamento giornaliero a cui aderivo molto volentieri, sapendo che, a loro volta, attendevano con gioia il mio passaggio.
Ma il mio livello di integrazione ha travalicato tutti i confini dell’immaginario  quando ho voluto conoscere Stefano Pastorino, in un’edizione di Giovani senza confini, grazie anche alla collaborazione di Marcello Mannuzza, noto ceramista ligure di fama internazionale, che ha saputo supportarmi pur senza sapere in anticipo le mie intenzioni.

Lui mi presentò, gli mostrò il mio libro, e Stefano mi disse che l’avrebbe letto e che ne avrebbe parlato su una rivista con cui collaborava. Benissimo!... Ma non avrei mai immaginato, date le mie evidenti difficoltà di locuzione, che, un giorno, potesse venirgli in mente di affidarmi una rubrica radiofonica settimanale. Oltretutto, a mio nome!
Be’, che dire?... Più integrazione di così!


©Sergio Rilletti, lunedì 3 giugno 2019, ore 16.15, Radio SkyLab, per "PAROLA DI SCRITTORE - CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino

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