Oggi ricorrono esattamente due
anni da quel magico evento, e io, ringraziando ancora il sindaco Renato Zunino
per la sua lungimiranza e il suo coraggio, ho deciso di ricordarlo in quattro
appuntamenti, qui con voi.
La puntata di oggi, il primo di
questi quattro speciali appuntamenti, è dedicato al mio rapporto con Celle
Ligure; un rapporto iniziato ancora prima che io venissi al mondo, dato che i
miei genitori ci andavano già in vacanza, da diversi anni.
Un rapporto che, a volte, mi ha
visto anche come unico rappresentante della mia famiglia, palesandomi qui con
un nutrito gruppo di amici, senza genitori.
Un rapporto che si è talmente
consolidato negli anni, che ormai considero Celle Ligure la mia seconda casa: con le strade come
corridoi, la passeggiata lungomare come mansarda, e una moltitudine di persone
affettuose e simpatiche come coinquilini.
Un rapporto che non può essere
scisso dalla mia attività di scrittore, dato che io inspiro relazioni ed espiro
racconti.
Una delle cose più piacevoli della vita è proprio
questa. Fermarmi a rimirar il mare.
Lo faccio spesso, quando
vengo a Celle Ligure.
Mi piazzo qui, dove il mare
arriva fin sotto la passeggiata, e lo contemplo; lo osservo allungarsi fino
all’orizzonte, e oltre.
Il mio sguardo fluttua sulle
acque, veleggia, e, sospinto dai ricordi, mi riporta al passato.
Quello che avete appena sentito è l’incipit di Una vacanza formativa, un mio racconto
autobiografico che ho scritto per la rivista SuperAbile Inail, dove parlo di una vacanza particolarmente
significativa per me come persona disabile e che ho voluto far iniziare e
finire proprio qui, a Celle Ligure, in un affettuoso abbraccio a questa città.
Potrei fare l’intera cronistoria
della mia vita vacanziera cellese, scandita dai miei vari mezzi di locomozione:
prima il passeggino, poi la carrozzina manuale, e, infine, da circa trent’anni,
le diverse carrozzine elettriche, sempre più moderne e sofisticate, ma non
avrebbe molto senso.
Parlerò, invece, di autonomia e di libertà, e dei rapporti che ho potuto tessere, da solo, grazie a
questa città priva di barriere architettoniche. Comincerò, quindi, con una prima
e schematica carrellata tra le persone che ho potuto conoscere scorrazzando
liberamente tra la mansarda e i corridoi di questa mia seconda casa.
I diversi gruppi di amici, che,
negli anni, ho scelto di frequentare, cambiando anche compagnie e selezionando
solo alcuni elementi.
E poi, i proprietari dei negozi
(bancarelle comprese) e dei vari locali, che mi manifestano la loro simpatia in
modi diversi, e che, all’occorrenza, a un segnale implicitamente convenuto,
(le quattro frecce della mia carrozzina che lampeggiano
simultaneamente),
capiscono che devono prestarmi aiuto.
Le cameriere, simpatiche e
disponibili come i suddetti proprietari, ma con le quali… mi soffermo un po’ di più!
Gli educatori, i volontari, e
gli ospiti di Villa Maria Teresa, di stanza ai Piani di Celle - una splendida comunità
per le persone con disabilità, un autentico fiore all’occhiello di questa città
-, che non solo mi salutano con grande entusiasmo ogni volta che mi incontrano,
ma vengono pure alle presentazioni dei miei libri.
I giovani e mitici scout nautici di Celle Ligure, e i
relativi capi, che, dall’estate 2015 - quando, impossibilitato a guidare, decisero
di allietarmi le serate uscendo con me -, non perdono occasione per salutarmi
e, a volte, per chiacchierare un po’.
Le autorità e le Forze
dell’Ordine cellesi, con cui ho sempre avuto un buon rapporto, anche di
dialogo.
Il personale del Comune, per il
quale, ormai, credo di essere diventato una sorta di cugino adottivo, che mi guarda con simpatia, aiutandomi, ogni volta
che entro.
E, per concludere questa rapida carrellata
con una nota un po’ folkloristica, l’abituale e fortuito incontro con “Ciao,
Freccia!”, il confidenziale saluto che, da anni, un gruppo di ragazzi mi riserva
ogni volta che mi incontra, per poi dileguarsi, l’istante immediatamente
successivo, tra la folla e nell’ambiente.
E poi tantissime persone, di
tutti i tipi, che è proprio impossibile elencare in modo esaustivo, provenienti
dalle diverse realtà cellesi (turisti compresi), che mi fermano - alcuni
dichiarandosi pure miei lettori - o
che fermo io, per un reciproco scambio di relazioni; facendo mie le suggestive
note e parole di Hey man, una delle
canzoni più belle, anche se meno conosciute, di Zucchero.
CONTINUA...
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