“Andrea
G. Pinketts, che, con la sua roboante ironia, è riuscito subito a stabilire una
bella intesa con me, accogliendomi nel suo gruppo a braccia talmente aperte da
portarmi lui stesso su e giù dalle scale del Boulevard Café di Milano.
Un’intesa predestinata a manifestarsi in modo ottimale, dato che, anni prima, a
nostra reciproca insaputa, collaboravamo entrambi ad Achab-Il corriere dell’avventura”.
Queste
sono le parole che gli dedicai pubblicamente Sabato 20 Maggio 2017, a Celle
Ligure, in un’occasione particolarmente importante per me.
“CIAO,
BASTARDO!” mi diceva sempre, col suo roboante ghigno pieno di stima e affetto;
una grande sensibilità celata dietro una scorza da superduro dalla battuta
sempre pronta che solo chi lo conosceva davvero bene sapeva decifrare.
Io e
Pinketts ci conoscemmo il 27 novembre 1997, ventun anni fa, al Boulevard Café.
Mi presentai a lui con una lettera… e una mia amica, Federica, che gliela
consegnò.
Non so se
lui fu più colpito dalla mia lettera o dalla mia amica, ma, da quel preciso
momento, tra noi si stabilì un’intesa perfetta che travalicò qualsiasi tipo di
barriera, architettonica e culturale; inducendolo persino a prendermi tra le
braccia per farmi salire e scendere le scale del Boulevard Café, dove teneva
gli incontri letterari.
E la
sensibilità che, un incontro letterario dopo l’altro, riscontrai in lui, in
Andrea Carlo Cappi, in Stefano Di Marino, e in Alan D. Altieri, che componevano
lo zoccolo duro di quella banda di
acculturati bontemponi che animavano le serate, mi convinsero definitivamente a
inserirmi in quel gruppo.
E così io
diventai uno scrittore di thriller e di noir scegliendo non il genere in sé, ma
le persone che lo rappresentavano.
Ora,
però, è venuto il momento dei saluti.
Ciao, Pinketts!...
Approfittane, e goditela per l'eternità!
Noi,
intanto, continueremo a divertirci con i tuoi libri... e ripensando ai tuoi
"live"!...
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