Quando si affronta per la prima
volta un lavoro nuovo, diverso da quello che si svolge di solito, difficilmente
ci si rende conto dell’impresa che si dovrà affrontare.
Si pensa di saperlo, ma non è così.
E la mia
esperienza di curatore è stata molto più impegnativa e lunga di quanto avessi previsto.
Ma forse,
proprio per questo, è stata così gratificante!...
1. La scintilla iniziale
Era l’Aprile 2009, quando Elio
Marracci mi contattò proponendomi di curare, insieme a lui, un’antologia di
racconti thriller dove i protagonisti, tutti
diversamente abili, dovevano cavarsela da una situazione di pericolo
grazie alle proprie capacità.
Un’idea che
gli venne leggendo, e recensendo, il mio racconto autobiografico Solo!, una storia che avevo scritto nel
2006 e tuttora scaricabile gratuitamente da Internet, in cui narro tutte le strategie
che ho dovuto adottare in due ore di autentico terrore vissute da solo in mezzo al Parco di Monza, per
cavarmi da una bruttissima e pericolosa situazione in cui un gruppo di
cosiddetti normodotati mi aveva
ficcato per farsi un giro in risciò (racconto che ora, in occasione di
quest’articolo, ho deciso di ripubblicare sul forum di WMI).
Un fatto che,
unito ad una serie di deplorevoli comportamenti che hanno avuto queste persone
nei miei confronti, mi scatenò la voglia di far conoscere questa mia drammatica
esperienza a tutti, scrivendo Solo!,
in cui, attraverso la descrizione “in soggettiva” di tutto ciò che avevo
provato e vissuto, attimo per attimo, senza invenzioni né omissioni, costringevo il lettore ad immedesimarsi
in me, nei miei pensieri, e nelle mie notevoli difficoltà motorie e orali.
Un racconto
che, oltre a decretare la mia improvvisa ascesa come scrittore, facendomi
partecipare anche al programma radiofonico Tutti
i colori del giallo di Luca Crovi (Radio Rai 2), ha generato una serie di
reazioni a catena che ha portato alla creazione di questa antologia, dandomi
l’opportunità di realizzare un’idea che avevo in mente sin dagli albori del
2003 - Anno Europeo della Disabilità -, quando però dovetti rinunciarvi perché,
pur essendo fermamente convinto della sua forza, ero agli inizi della mia
carriera di scrittore e non potevo certo propormi, in modo convincente, ad
altri autori come curatore!
E così nel
2003 rinunciai al progetto, di cui, accennandolo ad Andrea Carlo Cappi - Direttore
editoriale in coppia con Andrea G. Pinketts di M-Rivista del mistero, edita dalla Addictions -, avevo già in mente
il titolo: Capacità Nascoste.
Finché, sei
anni dopo, nell’Aprile 2009, Elio Marracci, che non conoscevo e che, nel
momento in cui scrivo, continuo a non aver ancora mai visto di persona, mi
contattò.
Ed è davvero straordinario
come, da una brutta vicenda come quella che ho narrato in Solo! e nei
relativi “sequel” - tutti rigorosamente autobiografici al 100%, disponibili
anch’essi in rete -, sia potuta nascere una bella iniziativa come questa, che
ha visto tantissimi autori di thriller - molti di più di quelli che poi abbiamo
selezionato -, cimentarsi nell’arduo compito di scrivere storie ad alta
tensione con personaggi diversamente abili come protagonisti assoluti.
Non solo. Ma
i suddetti protagonisti (disabili) dovevano cavarsela da situazioni di pericolo
grazie alle proprie capacità. Esattamente come avevo fatto io nella realtà.
2. La selezione degli autori
Un invito che, essendo per un
progetto nato dal mio racconto Solo!,
e convinto che la gratitudine sia un valore da esprimere in modo tangibile, ho voluto iniziare a rivolgerere
a tutti i giornalisti e gli scrittori che avevano parlato di Solo! e della relativa drammatica
esperienza che avevo vissuto al Parco di Monza.
Dopodiché ho
esteso questa proposta ad alcuni rinomati scrittori professionisti, miei amici,
di cui sapevo di potermi fidare, e agli scrittori che, in passato, mi avevano
invitato a partecipare alle loro antologie; ad altri scrittori, più o meno
noti, che stimo come lettore; e, infine, ad alcuni scrittori emergenti, che,
volendo appunto emergere, sono comunque
garanzia di lavori eccellenti.
Non tutti gli
autori hanno accettato l’invito, ma l’idea è stata accolta con grande entusiasmo
e passione da moltissimi scrittori, nonostante che non fossero affatto sicuri
che sarebbero stati pagati per il loro lavoro né, tanto meno, se l’antologia sarebbe
realmente venuta alla luce.
Un’idea,
quella dell’antologia, che ben presto si è trasformata in un lungo percorso di
confronti, in cui la massima libertà nella scelta dell’ambientazione, del
genere di thriller, della tipologia di disabilità, e dello stile, si fondesse
con la mission positiva che gli autori dovevano comunque seguire. Pena,
l’esclusione dall’antologia.
Una regola
inderogabile che abbiamo applicato con chiunque, indipendentemente se l’autore
in questione fosse normodotato, portatore di handicap, emergente, o già
piuttosto noto.
Molti autori
ce l’hanno fatta, altri ci hanno provato ma poi si sono arresi, altri invece
abbiamo dovuto proprio eliminarli
(anche se non proprio fisicamente),
perché, presi dall’entusiasmo di scrivere un racconto sulla disabilità, si
erano dimenticati proprio la regola fondamentale che stava alla base di questo
progetto.
E’ sempre un
dispiacere dire di no ad un autore, che magari aveva mostrato un vivo interesse
per la tua iniziativa; ma se ritieni che la tua idea abbia uno scopo sociale
ben preciso, puoi certo tentare di mediare, di cercare insieme una soluzione, ma
non puoi assolutamente permetterti di fare eccezioni, perché rischieresti di
trasformare il tuo progetto finale in un ibrido informe, improponibile in modo
coerente agli editori, alle librerie, e al pubblico.
3. Alla ricerca di un editore
Esaurita la selezione dei racconti, infatti, è iniziata la ricerca dell’editore. E quindi abbiamo preparato un’apposita e-mail, in cui, oltre a spiegare il contenuto e lo scopo di questa antologia, abbiamo evidenziato la passione e la professionalità degli autori, enunciando i loro nomi e i titoli dei loro racconti, allegando la prefazione, e impegnandoci a inviare il file (o, su richiesta, il cartaceo) della bozza dell’antologia a chiunque fosse stato interessato.
Una ricerca
che, complessivamente, è durata circa un anno e mezzo. Un lungo periodo di
tempo in cui ci siamo dovuti districare tra Case editrici note – tra cui la Mursia , la Todaro , la Sellerio , e la Erickson –, che si sono
mostrate interessate al nostro lavoro e con le quali abbiamo cercato di tenere
vivo un dialogo, ed editori “a pagamento”, ovvero quegli editori che vorrebbero
farsi pagare dagli autori – o, in questo caso, dai curatori – per fare il proprio
mestiere, ma che, trovando abbastanza distorto il fatto di dover pagare per
aver lavorato, ovviamente non abbiamo neanche considerato.
Un anno e
mezzo in cui abbiamo sempre mantenuto i contatti con gli autori, rassicurandoli
sul fatto che non eravamo scappati coi loro racconti, ma che, anzi, il progetto
stava proseguendo bene; anche perché, in effetti, i candidati editori “seri”
comunque non mancavano, e la fiducia che ci aveva donato ciascun autore
impegnandosi a scrivere un racconto pur non sapendo se avremmo trovato un editore, andava sicuramente premiata!
Poi, nel
Novembre 2011, piombò Leonardo Pelo, Direttore editoriale della Casa editrice
No Reply, che, energeticamente entusiasta della nostra idea, ci convinse,
nell’arco di pochissimi giorni, a pubblicare quest’antologia con lui.
Una gioia
infinita, per me; non solo perché finalmente avevamo trovato un editore, ma
anche perché Leonardo Pelo era l’editore con cui mi ero confrontato agli inizi
della mia carriera, quando era alla guida della Casa editrice Addictions.
4. Al lavoro con l’editore
E così, una volta elaborata la
bozza del volume, ci mettemmo all’opera sulla revisione dei racconti, chiedendo
la collaborazione a ciascun autore. E, quasi nel medesimo tempo, preparammo
un’accattivante scheda di presentazione per invogliare le librerie a
prenotarlo.
Ecco quindi
che, su richiesta dell’editore, mi ritrovai ad inventare un sottotitolo ad
hoc, vagamente esplicativo ma che attirasse ancor di più l’attenzione, trasformando
il titolo originale che avevo in mente sin dal 2003, composto da due semplici
parole, in: Capacità Nascoste - La prima antologia diversamente
thriller.
E così
giungemmo all’ultima fase della creazione dell’antologia: la scelta della
copertina.
L’editore,
visto il nostro entusiasmo, decise di coinvolgerci anche su questo aspetto, e
ci sottopose quattro possibili immagini. Dopo una piccola consultazione - in
cui abbiamo coinvolto anche altre persone, come campionario di possibili
lettori -, abbiamo scelto quella che ci sembrava rappresentare meglio il contenuto
del nostro libro: un’immagine un po’ misteriosa, giustamente inquietante, che però non sfocia né nell’intimista né
nell’orrorifico.
5. Il risultato finale
Dopo tre anni e mezzo di costante
lavoro, il risultato finale è un’antologia di 250 pagine, edita dalla Casa
editrice No Reply, contenente 25 racconti ad alta tensione in cui gli autori - Andrea G. Pinketts,
Claudia Salvatori, Marilù Oliva, Patrizia
Debicke van der Noot, Luca Crovi, Andrea Carlo Cappi, Giuseppe Lippi, Sergio Paoli,
Angelo Marenzana, Mario Spezi, Fabio Novel, Bruno Zaffoni, Giuseppe Cozzolino
& Bruno Pezone, Franco Bomprezzi, Giovanni Zucca, Angelo Benuzzi, Antonino
Alessandro, Maurizio Pagnini, Giuseppe Pastore, Renzo Saffi, Massimiliano
Marconi, Myriam Altamore, Dario Crippa, e Andrea Scotton - affrontano il
tema dell’handicap in modo dirompente e appassionante, come non è mai stato
fatto prima d’ora qui in Italia.
Se infatti il
cinema ha spesso sfruttato il binomio thriller/disabilità - di cui mi piace
ricordare il capostipite Gli occhi della notte con Audrey Hapburn e Alan
Arkin, e il brillante Do not disturb con Francesca Brown e William Hurt –
e la televisione ha avuto il suo massimo fulgore con la serie Ironside – creata da Collier Young alias
Robert Bloch, l’autore di Psycho – e
con i personaggi di Mamma e Papà in Agente
speciale – la serie a cui mi sono ispirato per creare Le avventure di Mister Noir -, l’editoria, fatta eccezione per i
romanzi di Jeffery Deaver con protagonista il detective forense Lincoln Rhyme,
e lo strepitoso Misery di Stephen
King, è molto restia al riguardo: più incline alla pubblicazione di
autobiografie e saggi, che però rischiano di interessare solo chi è già
abbastanza sensibilizzato sull’argomento, piuttosto che occuparsi di storie di
narrativa pura, con protagonisti diversamente abili.
E questo,
secondo me, è un vero handicap!
Lo scopo di
questa antologia, invece, è quello di coinvolgervi in storie avvincenti dove,
come in tutti i thriller, i protagonisti partono da una situazione di grande
svantaggio, ma dove, diversamente dai
thriller normali, lo svantaggio è naturale, intrinseco nei
protagonisti stessi!
Un’antologia
per la quale, essendo generata dal mio racconto Solo!, nella prefazione non ho potuto fare a meno
di citare e ringraziare quella meravigliosa coppia di giovani, un lui e
una lei, che quella fatidica Domenica 9 Aprile 2006, alla fine mi trovarono in
mezzo al Parco di Monza, capirono tutto,
e mi aiutarono in maniera assolutamente encomiabile.
Un’antologia
di racconti diversamente thriller in
cui, oltre a spaziare in diverse tipologie di disabilità e in diversi generi di
thriller - dal mystery all’urban legend,
dal fantastico all’umoristico, dall’action al realistico-sentimentale, dallo
spionistico al bellico, in cui non mancano le ispirazioni a fatti reali e le
contaminazioni tra diversi generi -, alcuni autori non hanno avuto alcun
problema ad affrontare temi particolarmente spinosi quali: l’Alzheimer, la
follia, l’epurazione dei disabili ai tempi del nazismo, la guerra in Libia, il
sesso a pagamento per le persone con handicap, e, ovviamente, i parcheggi
riservati ai disabili sempre abusivamente occupati!... Un comportamento di
assoluta professionalità, passione, e umiltà, di cui voglio ringraziare di
cuore tutti gli autori!
Un’antologia
in cui, diversamente da quanto accade
di solito, la dislocazione dei racconti non
segue l’ordine alfabetico degli autori, che invece è mantenuto per le note
biografiche degli stessi, ma segue piuttosto l’alternarsi delle varie tipologie
di handicap: un entusiasmante percorso ad
ostacoli in cui il lettore, sostenuto
e guidato dai vari protagonisti diversamente
abili, affronterà e supererà ogni prova con slancio ed entusiasmo.
Un’antologia
a cui ho voluto partecipare anch’io, non con Solo!, che si può scaricare
gratuitamente dal web, ma con un’avventura inedita di Mister Noir, Snuff
Movie – Inconsapevole gioco di morte, che, per solidarietà con gli autori,
ho voluto appositamente ideare attenendomi scrupolosamente alla mission positiva di questo volume (onde
evitare, come curatore, di dovermi eliminare
da solo). Un’avventura particolare in cui il mio eroe seriale, pur mantenendo
il suo aplomb e il suo immancabile umorismo, si ritrova intrappolato in una
famigerata casa costellata da
indovinelli e trappole mortali, e in cui io, contrariamente a quanto faccio di
solito, porgo particolare attenzione ai problemi fisici del detective e a tutte le “strategie” che deve attuare per
superare determinati ostacoli e difficoltà.
Un’antologia
che, sin dalla sua presentazione in anteprima a Celle Ligure (SV), durante la 9^ Mostra Internazionale del Cinema
Indipendente, è riuscita a mietere un notevole interesse, facendo parlare
di sé quotidiani, radio, riviste, e moltissimi siti web, tra cui il prestigioso
quotidiano on-line Affari Italiani, Thriller Magazine, FamigliaCristiana.it, e Personecondisabilità.it,
il sito della LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità,
allargandosi in consensi e visibilità ad ogni presentazione.
Un’antologia
che si può acquistare anche on-line sul noto sito IBS.it, ma che, indipendentemente dalle copie che venderà, ha già
comunque un record assoluto che nessuno potrà mai usurparle: essere la prima
antologia di questo genere realizzata in Italia!
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