Come si sa, a volte, durante la
stesura, un racconto può prendere una strada inaspettata, sorprendendo persino
l’autore. Ma quello che probabilmente non si sa è che, a volte, la genesi di un
racconto di fantasia ha degli improvvisi mutamenti, legati agli eventi della
vita reale.
Sì, perché
come scrissi nel lontano 2001 come incipit d’una recensione, uno dei primi
lavori che ho fatto per M-Rivista del
mistero, “Se la vita fosse un film, sarebbe un thriller!”. E i racconti,
inevitabilmente, ne seguono le orme.
Il racconto
che ho scritto per questa antologia, Snuff
Movie - Inconsapevole gioco di morte, infatti è un’avventura di Mister Noir
che avevo iniziato a scrivere nel 2008 per un numero di M che avrebbe dovuto essere dedicato a Sherlock Holmes, ma che,
causa chiusura inaspettata della rivista, era rimasto incompleto.
E così
l’inizio di Snuff Movie rimase nel
cassetto virtuale del mio computer e della mia mente.
Tuttavia
l’idea di mostrare Mister Noir - sempre talmente ironico e sicuro di sé che
alcuni lettori lo scambiano addirittura per un supereroe -, intento a misurarsi
con le proprie difficoltà motorie, che per pura coincidenza corrispondono
perfettamente con le mie, mi allettava molto.
Quindi
ripresi l’inizio di quel racconto, e lo continuai in modo diverso: non basandolo più su mirabolanti deduzioni, come avrei
fatto per rendere omaggio a Sherlock Holmes, ma bensì su mirabolanti evoluzioni
fisiche che Mr. Noir - che sta alle
persone con disabilità come James Bond 007 sta ai normodotati, nella stessa
identica misura! - deve compiere per districarsi in una famigerata casa in cui un gruppo di diversamente disabili, ufficialmente
considerati normodotati, l’ha
rinchiuso con l’intenzione di ammazzarlo attraverso un finto gioco, ovviamente
truccato, e una serie di trappole sempre più micidiali… riprendendolo pure con
delle telecamere!
Un thriller
d’azione in cui l’acume di Mister Noir può risultare un grave handicap per lui stesso, dato che, a sua
insaputa (ma non a quella dei lettori!), più in fretta risolve gli enigmi che
gli si presentano, meno possibilità ha di salvarsi.
Un thriller
d’azione in cui non mancano né Consuelo Gomez, la simpatica domestica filippina
brontolona ma tuttofare, né Elena Fox, la bella e letale assistente-detective
di Mister Noir.
Un thriller
talmente d’azione che lo stesso Mister Noir, all’interno della vicenda, si
paragona persino a Bruce Willis. Al Bruce Willis della serie cinematografica di
Die Hard, naturalmente!
Un racconto
ad alta tensione, che, pur ispirandosi ad una grave piaga sociale degli Anni
’70 - gli snuff movie, appunto, dove
i protagonisti di certi film, con loro grande sorpresa e terrore, alla fine
venivano realmente torturati e uccisi
-, mantiene invariato lo spirito brioso della serie, con Mister Noir ed Elena
Fox ironici e scatenati più che mai!
Un racconto
in cui Mister Noir - primo eroe disabile seriale della Storia della letteratura
italiana, protagonista oltretutto di thriller umoristici, che a Ottobre
celebrerà il decennale della propria nascita - deve finalmente cavarsela da solo!
Un racconto
che non solo è perfettamente in linea con la mussion positiva dell’antologia, ma che mi sono accorto che aveva
molto a che fare proprio con la genesi
dell’antologia stessa, dato che con mia enorme sorpresa, mi accorsi,
inaspettatamente, in modo sbalorditivo, di stare scrivendo la versione
“MisterNoirese” di Solo!.
E, devo
ammetterlo, tale scoperta mi divertì molto!
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