mercoledì 6 marzo 2019

PAROLA DI SCRITTORE (1x02): MyLife - IO E ANDREA G. PINKETTS: 21 ANNI SENZA FOTO (Un mio ricordo personale - Scritto per Radio SkyLab)


Salve a tutti!... Mi sembra incredibile, ma, dopo 21 anni di amicizia con Andrea G. Pinketts, mi sono accorto di non avere una foto da solo con lui.
Ho molte immagini video, tratte dalle presentazioni di libri che abbiamo fatto insieme, e pure alcune foto, dove però siamo ritratti con altri; ma una foto solo con me e lui, no, non ce l’ho proprio.
Eppure la sera in cui ci conoscemmo, il 27 novembre 1997, un fotografo ce la fece subito, appena entrammo al Boulevard Café di Milano; ma poi né io né la mia amica Federica, che fu fondamentale nel tessere i miei primi rapporti con Pinketts, avemmo il coraggio di chiedergliela.
Io lo so che, in questo mio ricordo, tralascerò tantissime cose, ma, pur non essendo un pittore, spero comunque di delineare un quadro vivido di questo bel soggetto.

Innanzitutto, il mio primo incontro con Pinketts lo si deve soprattutto a un mio errore… e alla grande disponibilità di Pinketts verso gli altri.
Infatti, un giorno, leggendo frettolosamente la IV di copertina de Il senso della frase - un autentico ottovolante di giochi di parole con cui Pinketts vinse il Noir in Festival di Courmayeur -, capii che Pinketts avesse fondato una reale Scuola dei Duri a Milano… esattamente come Alessandro Baricco aveva fondato la sua Scuola Holden a Torino. Così, insieme a Federica, telefonai alla Feltrinelli chiedendo informazioni; e loro, spiegandomi che la Scuola dei Duri era in realtà un Movimento letterario, mi diedero subito, senza neanche bisogno di chiederlo, il numero di telefono di Pinketts!... Un fatto sorprendente, impossibile senza la sua diretta autorizzazione, che mi dimostrò subito, ancora prima di conoscerlo, la grande disponibilità di Pinketts verso il prossimo!
E fu così che cominciai a frequentare il suo celeberrimo Seminario tra Giallo e Bar, ovvero delle spassose serate culturali, di presentazioni di libri, che conduceva assieme ad Andrea Carlo Cappi, che poi diventò il mio mentore.

Poi, nel corso degli anni, la nostra amicizia si rafforzò; complice anche la città di Celle Ligure dove Andrea G. Pinketts e Daniele G. Genova fondarono un loro fan club al Charly Max, un locale storico, chiuso solo di notte, ora ben gestito da una coppia di miei amici.
Io andavo a trovarlo lì, da solo con la mia carrozzina elettrica; e, anche se lui non mi capiva quando parlavo, riuscivo comunque a comunicargli la mia stima e la mia vicinanza, che lui, con poche parole da “duro dal cuore di meringa” - come l’aveva definito Fernanda Pivano -, ricambiava.

Pinketts non era solo un pirotecnico autore di noir, vincitore tra il 1984 e il 2006 di una marea di premi, e insignito di un’alta onorificenza per meriti letterari in Francia, ma è stato anche un modello, un coraggioso giornalista investigativo (contribuendo, tra l’altro, all’incriminazione della Setta dei Bambini di Satana), un finto disabile e un finto barbone (sempre per fini giornalistici), un attore, un poeta (introducendo tutti i suoi romanzi con una poesia), e un conduttore televisivo (Videoparade, di Joe Denti, è il programma in cui lo notai).
Inoltre ha curato L’Enciclopedia dei Serial Killers, ha scritto una canzone per il libro/cd Liscio assassino della Banda Putiferio, dal suo romanzo Fuggevole turchese ha tratto il musical teatrale Orco Loco, interpretato da Francesco Baccini… col quale poi ha interpretato il film Zoe di Giuseppe Varlotta; la canzone L’acchiappanani di Baccini è ispirata all’omonimo racconto di Pinketts, mentre Claude Chabrol avrebbe voluto trasformare il suo romanzo Il conto dell’ultima cena in un film.
E infine, Pinketts, scrisse un racconto per me; per Capacità Nascoste – La prima antologia diversamente thriller che curai con Elio Marracci, in cui affrontò il tema della disabilità con grande umiltà, attraverso un thriller paradossale intitolato Lalalalala Làlàlàlàlà, chiedendomi più volte, anche per telefono, se andasse bene. E dedicandomelo ufficialmente, tempo dopo, quando lo ripubblicò nel suo libro Ho una tresca con la tipa nella vasca.

Io, Pinketts, e l’inossidabile Andrea Carlo Cappi, facemmo molte presentazioni insieme, sia di Capacità Nascoste sia del mio libro Le avventure di Mister Noir, sfidando, con discreto successo, persino una serata del Festival di Sanremo!... E quando invece ero semplicemente tra il pubblico… Pinketts trovava il modo di coinvolgermi comunque!

Ora Pinketts non c’è più, il 22 dicembre scorso l’enorme Chiesa di Sant’Eustorgio a Milano era gremita di affetto e gratitudine. E domenica 17 febbraio, a Ispria, gli è stato conferito, purtroppo postumo, il Premio Mario Berrino alla Carriera; e ora è in corso una petizione on-line, sostenuta a furor di popolo, per iscrivere Pinketts al Famedio di Milano, dove riposano i Grandi.
E, a proposito della sua Grandezza di spirito, non posso concludere questo mio ricordo senza citare una sua fulminante battuta, che lui stesso amava ricordare spesso. Infatti, una sera, durante un’intervista che gli feci al Boulevard Café per conto dell’Agenzia giornalistica Hpress - assieme a Federica -, a proposito della disabilità lui mi disse: “Tra me e te, il vero disabile sono io; perché tu capisci tutto quello che dico io, mentre io ho bisogno della tua amica per capire quello che dici tu!”.
Che dire? Davvero un Grande!

©Sergio Rilletti, lunedì 4 marzo 2019, ore 17.15, Radio SkyLab, per "PAROLA DI SCRITTORE - CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino

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