domenica 9 aprile 2017

MyLife - SOLO!... I TRE (O QUATTRO) VOLTI DI DIO (Un racconto autobiografico inedito)

 
Si dice che Dio lo si incontri nei volti delle persone; soprattutto in quelle più bisognose d’aiuto. Basta riconoscerlo!
A me è capitato esattamente il contrario. L’ho incontrato tre o quattro volte, dipende da come le si conta, Domenica 9 Aprile 2006, al Parco di Monza. Desideroso di aiutarmi.
L’ho riconosciuto subito; soprattutto quando, alla fine, si è palesato a me con due volti, quello di un lui e di una lei, contemporaneamente!
Questa ne è, brevemente, la storia.


Non so quanto tempo fosse passato, da quando mi abbandonarono in mezzo al Parco di Monza, per farsi un giro in risciò e non tornare più. Ma sicuramente troppo.
Troppo per me, troppo per i miei nervi, troppo per la mia piccola carrozzina elettrica che rischiava di scaricarsi.
Insomma, troppo.
E tutto per l’indicazione di un educatore facilone
(“Tanto, la strada è facile: vai avanti fino all’autodromo e poi giri a sinistra, costeggiandolo”),
che poi risultò fasulla.
Così, non avendo più indicazioni da seguire, iniziai a cercare, più volte, una strada alternativa per raggiungere la mia meta finale, tornando spesso, dopo ogni tentativo fallito, nel punto esatto in cui mi avevano abbandonato, nella vana speranza che tornassero indietro a cercarmi.
Mi risolsi, quindi, a cercare aiuto; anche se, con i miei gravi problemi motòri, uniti a quelli specifici dell’articolazione del linguaggio, sarebbe stata un’impresa alquanto improba.
E fu così che incontrai i miei tre (o quattro) volti di Dio.
La prima volta fu quando mi addentrai in una cascina, sfidando il terreno accidentato, a rischio di ribaltarmi.
Sembrava una città fantasma, con i palazzi fatiscenti. Fu lì che incontrai un anziano contadino, che avevo già notato poco prima, che, capendo che avevo  bisogno d’aiuto, s’interessò a me. La sua voce era fessa, ma lui no. E quando gli dissi semplicemente “Cascina Costa Alta”, ovvero la mia meta finale, lui mi indicò la strada, avvertendomi però che ero a due chilometri di distanza e che avrei dovuto fare una “salita così!”.
Ringraziai e, anche se per nulla tranquillo, mi avviai. Ma, anche quella strada, come altre che avevo provato in precedenza, dopo un po’ risultò interrotta.
La seconda volta fu quando mi appostai di fianco a una mappa del Parco, tentando di attirare l’attenzione.
Arrivò un giovane pattinatore, castano e riccio, che, dopo qualche giravolta sui suoi rollerblade, si fermò accanto a me. Io gli indicai la Cascina sulla mappa, e lui mi indicò la strada. Lo ringraziai, lui se ne andò, e io mi avviai seguendo le sue indicazioni, svoltando, poco dopo, in un viale a sinistra, che però mi sembrava di aver già percorso un’infinità di tempo prima.
E fu qui, quando ormai ero all’apice dello scoramento e della depressione, che feci il mio terzo/quarto incontro: quello doppio, quello dei due volti, quello definitivo.
Si trattava d’una coppia di giovani - lei bionda ed estroversa, lui bruno e pacato -, che appena mi videro, solo e spaventato, capirono subito tutto, compreso che ero con un gruppo… che mi aveva perso!
Improvvisamente, mi sentii al sicuro, capii che loro non mi avrebbero abbandonato, e in cuor mio li definii subito, ma proprio subito, “Due angeli custodi mandati da Dio”. Lei, Lisa - che, vedendomi stupito da come mi capiva bene, mi disse, a mo’ di spiegazione, che faceva la maestra -, e il suo amico, prendendo l’agenda dalla mia borsa, e utilizzando il cellulare di lui, riuscirono a rintracciare il gruppo di volontari, e relativo educatore volpone, che mi avevano perso.
E mi fecero venire a prendere.

Ecco. Questa è, brevemente, la storia di quando, quella fatidica Domenica 9 Aprile 2006, al Parco di Monza, incontrai tre o quattro volte Dio. E dei relativi volti.
Purtroppo non potei mai richiamare quei due ragazzi, quei miei due giovani ed encomiabili soccorritori, come invece avrei proprio voluto fare, per ringraziarli, perché tutte le persone che erano entrare in contatto col numero di cellulare del ragazzo, persero anche quello!
E anche se Solo!, il racconto completo e dettagliato dell’intera vicenda, che scrissi nel 2006 con la specifica speranza di rintracciare quei miei due giovani soccorritori, mi portò tantissima fortuna, io spero sempre di poter ritrovare quei due fantastici ragazzi, e ringraziarli!...

Sergio Rilletti
(Milano, domenica 9 aprile 2017)

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