C’erano una volta le Polemiche,
e, dietro a loro, come un carro trainato dai buoi, il Festival della Canzone
Italiana.
O, almeno,
così si pensava!
Anzi, secondo
alcuni opinionisti e benpensanti, erano proprio le Polemiche il vero fulcro della manifestazione, che, senza
di esse, avrebbe perso gran parte del suo fascino.
Poi, il 12
febbraio scorso (un martedì sera), davanti al Teatro Ariston di Sanremo,
comparve una carrozza principesca, come quella delle favole. E la Magia iniziò.
Per cinque
giorni, la Canzone Italiana
si è riappropriata della propria Festa, coinvolgendo subito attivamente il
pubblico a casa nella selezione delle canzoni stesse, ma non dei cantanti,
permettendo comunque a questi di rimanere fino alla fine della manifestazione,
e quindi della Festa.
E il clima
festivaliero, appunto, è rimasto intatto in ogni momento, grazie sia alla
naturale effervescenza dei due conduttori - Fabio Fazio e Luciana Littizzetto -,
che hanno saputo tramutare in un momento ludico persino la gara, sia alla
complicità degli autori e del cast tecnico - provenienti in parte da Che tempo che fa -, che hanno saputo
permeare di leggiadria momenti a sfondo sociale importanti.
Una favola di
festival caratterizzato anche dall’eleganza e dalla simpatia delle belle ospiti,
che si prestavano a fare da spalla alle punzecchiature tra i due conduttori, e,
per quanto mi riguarda - da autentico non-sportivo
quale sono -, dal discorso che Roberto Baggio ha dedicato ai giovani sull’importanza
di perseguire caparbiamente i propri sogni basandosi solo sulle proprie
capacità, senza accettare scorciatoie. Un discorso che, in qualità di scrittore
“diversamente abile” non ancora famoso ma comunque affermato, so quanto sia
vero e, soprattutto, gratificante.
Luciana
Littizzetto ha rappresentato, in modo efficace, la “donna della porta accanto”,
che non ha alcun problema ad intervenire e a dire la propria opinione
esponendosi in prima persona.
Fabio Fazio,
perfettamente a suo agio con la sua partner, ci ha fatto ritornare indietro nel
tempo, riproponendo una divertente kermesse di imitazioni di cui, sinceramente,
sentivamo un po’ la mancanza.
Un Festival
in cui, per la prima volta, le Polemiche non hanno trovato una via d’accesso.
Sì, certo, ci sono stati dei bisbigli un po’ rumorosi durante l’intervento
satirico di Maurizio Crozza; ma, anche quelli, non hanno avuto un gran seguito.
Un’edizione
senza Polemiche, quindi, che è piaciuta molto a tutti. Alla faccia degli
opinionisti e dei benpensanti.
Di questo
Festival, in definitiva, rimarranno due cose (oltre alle canzoni): la Magia della professionalità,
del divertimento, e della spontaneità; e le zucche che si sono trasformate
nella carrozza principesca della Littizzetto.
Sì, zucche,
al plurale.
Zucche piene
di idee, però, non vuote!
©Sergio Rilletti, 2013
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