Sabato 18 febbraio 2012, Teatro
Ariston di Sanremo, ore 22.50 circa.
Lui era
lì, sul palco, davanti alla scrivania. Aveva già parlato, rispondendo alle
accuse che gli erano state rivolte per il suo intervento durante la prima
serata del Festival.
Era stato
annunciato, acclamato, applaudito. Sì, certo, poi era stato anche contestato e
fischiato da tre o quattro individui che sembravano essere stati messi lì
apposta, ma, a discorso finito, il pubblico l'aveva applaudito di nuovo.
Non
proprio un'ovazione, com'era abituato, ma comunque applausi.
Poi aveva
cantato La cumbia di chi cambia - un autentico inno alla libertà di
pensiero e al coraggio di praticare cambiamenti -, aveva brandito il microfono,
e si era piazzato davanti alla scrivania; sembrava pronto per parlare di nuovo
alla folla, quando si bloccò.
Alla sua
destra comparve lui, il conduttore.
L'amico
di una vita aveva gli occhi lucidi.
E, da
quel momento in poi, tutto si fermò.
Non c'era
bisogno di parole. Lo sapevano entrambi. Quello era il segnale.
L'avevano
concordato prima con la direzione: quando Morandi gli si sarebbe affiancato,
lui, il cantante-predicatore, avrebbe dovuto interrompere il proprio intervento
e prepararsi ad un'uscita di scena dignitosa.
L'amico
guardò negli occhi l'amico; lo ringraziò, e l'altro contraccambiò.
Sapevano
entrambi cosa dovevano fare.
Si
alzarono, in silenzio e lentamente; e, coadiuvati dal pubblico, che interagiva
con loro con delle battute, e dal direttore d'orchestra Filo Zanotti, simpatico
bersaglio d'una breve gag, si misero a cantare Ti penso e cambia il mondo,
una struggente e intensa canzone sull'amicizia e sull'amore.
Morandi,
durante un collegamento col Tg1, aveva annunciato che Celentano stava
preparando una cosa bellissima. Ma non c'era niente di eclatante o di
divertente, come invece ci si sarebbe aspettato, in ciò che stava avvenendo.
Era solo un momento estremamente intimo tra due grandi amici che, dopo una
settimana di polemiche infernali che avevano raggiunto livelli deliranti, non
avevano alcuna voglia di separarsi.
Continuarono
così, chiedendo silenziosamente all'orchestra di ripetere il ritornello più
volte, null'altro; per ritardare il più possibile il momento degli anticipati
saluti.
Poi la
canzone finì, e i due amici, dopo un lungo e commosso abbraccio, si separarono.
Celentano
salì le scale, salutò baldanzosamente il pubblico, che lo contraccambiò con uno
scroscio di applausi, e scomparve dietro le quinte.
Poi
Morandi dichiarò l'amore di Celentano per la gente, i media, e i giornali,
specificando che lui non odia nessuno, concludendo quel momento con un
gesto di pace.
Ma le cose non erano affatto a
posto, né nell'animo del conduttore né nel palinsesto della serata.
E si
notò. Più volte.
Alla
ripresa del programma, Morandi tentò di duettare con Alessandro Casillo, il
vincitore del Festival nella Sezione Giovani, proponendogli qualche celebre
canzone di Celentano; come per prolungare un momento concluso troppo in fretta.
L'esperimento però fallì: il ragazzo non ne sapeva neanche una.
Ma ora si
era creato un vuoto, anzi una voragine, da colmare. Quel tempo, in cui avrebbe
dovuto esserci ancora Adriano Celentano, doveva essere riempito.
Morandi
s'affrettò a richiamare sul palco Geppi Cucciari, che scese le scale in
silenzio, senza l'accompagnamento dell'orchestra, dato che, come precisò subito
il maestro Marco Sabiu, non era prevista.
L'orchestra,
fraintendendo una richiesta dell'attrice, eseguì subito un brano musicale, che
invece sarebbe servito dopo, per annunciare il rientro in scena di Morandi.
Durante
l'intervista, probabilmente improvvisata, che le rilasciò, Gianni Morandi,
imbarazzato, fece trapelare che durante il Festival aveva dovuto essere
diplomatico, e che aveva conosciuto molte persone: alcune brave, altre… un po'
meno.
Successivamente,
la brillante accoppiata vincente Luca Bizzarri & Paolo Kessisoglu
dedicarono un monologo serio all'ironia e alla tempesta di polemiche scatenata su
Celentano, tirando direttamente - anche se elegantemente - in causa Lorenza
Lei, il Direttore Generale della Rai.
E infine,
proprio quasi al termine della serata, gli scatenati Luca & Paolo
ripiombano sul palco, e Luca, ironico e fugace come una saetta, dichiara che i
movimenti di Morandi sono guidati da qualcuno, con il telecomando… e pure
quelli di Celentano!
Un
telecomando che in effetti, quella sera, aveva trasmesso il segnale!
NOTA
DELL'AUTORE
Il racconto che avete appena
letto è un misto di realtà e d'immaginazione, ed è opportuno separare i due
ambiti. Ciò che è avvenuto in diretta sul palco dell'Ariston ha milioni di
testimoni, e perciò è inconfutabile. I pensieri dei protagonisti, che per
motivi narrativi ho attribuito direttamente a loro, sono invece frutto della
mia fantasia e delle mie deduzioni, scaturite proprio mentre guardavo il
Festival di Sanremo, che da sempre seguo con grande passione e attenzione.
Ritengo
che nella vita non sia molto importante conoscere sempre la verità, sapere se
le deduzioni che facciamo siano giuste o sbagliate. Ma dimostrare pubblicamente
che abbiamo un nostro senso critico, che non ci fermiamo davanti alle
apparenze, a ciò che gli altri ci mostrano, ma che sappiamo fare i relativi
collegamenti tra tutto ciò che è accaduto, questo sì, lo ritengo proprio
fondamentale!
©Sergio Rilletti, 2012
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