lunedì 8 aprile 2024

PAROLA DI SCRITTORE (2x07): MyLife - CELLE LIGURE E IL PRONTO INTERVENTO DELLA SOLIDARIETA' (Un racconto autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti alla settima puntata di Parola di Scrittore!... A settembre, quando inaugurai questa nuova stagione, vi raccontai di come io, questa estate, a Celle Ligure, nonostante le mie notevoli difficoltà motorie e di locuzione, fossi riuscito a dissuadere un ragazzino che voleva tuffarsi dalla passeggiata lungomare in un punto dove il fondale marino è basso e pieno di scogli. Un mio breve resoconto autobiografico, intitolato Io e il piccolo tuffatore, che ora potete leggere sul mio blog e che, secondo me, offre diversi spunti di riflessione (CLICCA QUI).

Oggi, invece, vi parlerò di un grande moto di solidarietà collettiva che ho potuto sperimentare personalmente, verso la fine di febbraio, sempre a Celle Ligure. E, anche questa volta, lo farò attraverso la forma del racconto.

Celle Ligure, giovedì 22 febbraio 2024, ore 17.40 circa

Era una giornata uggiosa, che però non aveva impedito a me e alla mia famiglia di andare a mangiare al bar-trattoria Bollicine e di farmi una lunga passeggiata post-prandiale, facendo Celle coast-to-coast, per sgranchire le ruote della mia carrozzina elettrica.

Stavo transitando sul Lungomare Crocetta, che oltre a costeggiare il mare è costeggiato, a sua volta - dall’altro lato -, da un viale alberato, quando alcune gocce di pioggia mi fecero capire che era ora di tornare a casa.

Ero giunto, sempre stando sul lungomare, all’altezza di Via Boagno - meglio nota come la piazza principale del paese -,  quando la carrozzina fa un BEEP e si ferma.

Sotto la pioggia.

Provo a riaccenderla, ma tutti i led colorati sul joystick fanno avanti e indietro un paio di volte, lampeggiano per qualche secondo, e si spengono.

Ripeto l’operazione ancora tre volte, ma il risultato non cambia.

E ora, che faccio? Sì, certo, potrei chiamare mia mamma o mia zia, ma come faccio a far capire che, oltre a venire qui, devono pure portare la carrozzina manuale?

Mentre mi arrovello in questi pensieri, sotto la pioggia ormai battente, spunta un giovane che, chiamandomi per nome, mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Io, ovviamente, rispondo di sì, e lui mi si avvicina. Guarda la carrozzina e tenta invano di spingerla; io gli indico, sul fianco destro della carrozzina, la levetta per sbloccare le ruote, ma lui non capisce e continua a provare a spingermi, scuotendomi invano.

Arriva un secondo ragazzo che vorrebbe aiutare, ma, pochi secondi dopo, ne arriva un terzo, che dà un nome al primo: Mirko. E allora Secondo se ne va.

Indico anche a Terzo la levetta, e lui capisce.

Mirko e Terzo cominciano a spingermi, e io ora, che ho chi può spiegare velocemente la situazione, posso telefonare a mia zia, che risponde. Mirko, mentre con Terzo si avvia a farmi scendere la rampa della passeggiata, la informa di quanto è accaduto e che mi stanno portando al bar ‘a Battigia (al di là della cosiddetta piazza).

Mi spingono, sempre sotto la pioggia, fino all’entrata laterale, e mi posizionano a pochi metri dal bancone, dove c’è Federica, che, nella mia mente, ho sempre ritenuto la proprietaria del locale.

Dopo pochi minuti arriva la zia, che mi fa provare ad accendere la carrozzina per vedere cosa fa, e, dopo qualche tentativo, chiama mia mamma.

Lo spazio è angusto, e ogni avventore che si avvicina al bancone per pagare, mi nota e, parlando con mia zia, manifesta il proprio sconcerto. E lei, sopraffatta dall’attenzione che stiamo ricevendo, continua a declamare a chiunque che, per fortuna, le persone brave fanno meno rumore ma sono di più.

Compaiono due giovani: si offrono di aiutarci, ma hanno fretta, e, quando appurano che non sappiamo cosa chiedere loro, se ne vanno.

Ne arrivano altri due, quasi in contemporanea con mia mamma, che mi fa riaccendere la carrozzina… con lo stesso risultato. I due nuovi giovani osservano la carrozzina da vicino; sembrano esperti e, mentre la mamma e la zia valutano il da farsi per ritornare a casa, mi mostrano che dal cavo del joystick esce acqua.

Federica vede tutto, ci propone di chiamare la Croce Rosa, e inizia a provare.

I due giovani cominciano a osservare sotto, e, dopo aver scattato una foto col cellulare, ci dicono che, secondo loro, la batteria perde olio.

Grazie alle continue telefonate di Federica, a un certo punto, davanti a me, appare il mio amico Marco Minuto, in qualità di milite della Croce Rosa. Fa qualche prova, con le ruote bloccate e sbloccate, e decide di chiamare una loro auto, sulla quale potrebbe farmi salire con tutta la carrozzina. Sì, certo, è un po’ preoccupato per quando dovrà spingermi su per la rampa di casa, ma non c’è nient’altro da fare.

Dopo pochi minuti arriva un’auto della Croce Rosa, guidata da un altro volontario, che poi scoprii chiamarsi Alessandro.

Giunti sotto casa, lui e Marco riescono a spingermi a viva forza su per la salita, munita pure di curva, parcheggiandomi, al sicuro, nella mia camera.

Ecco, questa è la storia; una storia non solo di un Pronto Soccorso ufficiale, inconsueto e insperato, che proprio non mi aspettavo, ma pure di un pronto intervento cittadino, spontaneo e solidale, che ho capito subito che dovevo raccontare. 


Bene, con questo è tutto. Salutandovi, però, questa volta vi do un vero e proprio appuntamento. DOMENICA 28 APRILE, alle Ore 15, presso la Galleria Crocetta (sul lungomare di Celle Ligure), durante la fiera Celle che legge, farò una nuova presentazione del mio Mister Noir (edito da Oakmond Publishing).

Se volete incontrarmi di persona, ora sapete dove trovarmi. E, con me, ci sarà anche Martin Zanchetta. 


©Sergio Rilletti, sabato 6 aprile 2024, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta

 

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