mercoledì 24 aprile 2024

MISTER NOIR A "CELLE CHE LEGGE" (Una nuova presentazione del mio libro)

 

Salve a tutti!... Vi aspetto DOMENICA 28 APRILE, alle Ore 15, presso la Galleria Crocetta (sul Lungomare Crocetta di Celle Ligure), dove, in occasione della prima edizione di Celle che legge, farò una nuova presentazione del mio libro: Mister Noir (edito da Oakmond Publishing).

Con me ci saranno gli inossidabili Stefano Pastorino e Martin Zanchetta.

E, a proposito di Celle Ligure, se volete leggere il testo del mio recente intervento di Parola di Scrittore-Cinque minuti con Sergio Rilletti, intitolato Celle Ligure e il Pronto Intervento della Solidarietà, il link diretto è:  https://rilletti.blogspot.com/2024/04/parola-di-scrittore-2x07-mylife-celle.html .

 

BUONA LETTURA A TUTTI, E… VI ASPETTO DOMENICA 28 APRILE A CELLE LIGURE (SV)!

 


 ©Sergio Rilletti, mercoledì 24 aprile 2024

martedì 9 aprile 2024

MyLife - SOLO!... UNA STORIA DI MOLTEPLICI CAPACITA' (Un racconto autobiografico - Versione inedita 2024)

Non so quanto tempo fosse passato e quante strade avessi già provato, da quando mi abbandonarono in mezzo al Parco di Monza per farsi un giro in risciò, ma sicuramente troppo.

Troppo per me, troppo per i miei nervi, troppo per la mia piccola carrozzina elettrica che rischiava di scaricarsi.

E tutto per l’indicazione di un educatore volpone,

(“Tanto, la strada è facile: vai avanti fino all’autodromo e poi giri a sinistra, costeggiandolo”),

che poi risultò fasulla.

Così, non avendo più indicazioni da seguire, iniziai a cercare, più volte, una strada alternativa per raggiungere la mia meta finale, tornando spesso, dopo ogni tentativo fallito, nel punto esatto in cui mi avevano abbandonato, nella vana speranza che tornassero a cercarmi.

Ma, ogni volta, trovavo il Nulla.

Mi risolsi, quindi, a cercare aiuto; anche se, con i miei gravi problemi motòri, uniti a quelli specifici dell’articolazione del linguaggio, sarebbe stata un’impresa alquanto improba.

Per fortuna, dopo alcuni soggetti che vedendomi sbracciare mi dicevano “Ciao!” e se ne andavano, ce ne furono quattro che si distinsero.

Il primo fu un anziano contadino, che incontrai addentrandomi in una cascina, sfidando il terreno accidentato, a rischio di ribaltarmi; sembrava una città fantasma, con i palazzi fatiscenti, e lui, capendo che avevo bisogno d’aiuto, s’interessò. La sua voce era fessa, ma lui no. E quando, per facilitare la comunicazione, gli dissi semplicemente “Cascina Costa Alta”, che era la mia meta finale, lui mi indicò la strada, avvertendomi però che ero a due chilometri di distanza e che avrei dovuto fare una “salita così!”. Ringraziai e, anche se per nulla tranquillo, mi avviai. Ma anche quella strada, come quelle precedenti, dopo un po’ risultò interrotta.

Il secondo era un giovane pattinatore che incontrai appostandomi di fianco a una mappa del Parco di Monza, attirando l’attenzione. Arrivò, e, dopo qualche giravolta sui suoi rollerblade, si fermò accanto a me. Io gli indicai la Cascina sulla mappa, e lui mi indicò la strada. Lo ringraziai, lui se ne andò, e io mi avviai seguendo le sue indicazioni, svoltando, poco dopo, in un viale a sinistra, che però mi sembrava di aver già percorso un’infinità di tempo prima.

E fu qui, quando ormai ero all’apice dello scoramento e della depressione, che feci il mio terzo e quarto incontro. Si trattava d’una coppia di giovani - lei bionda ed estroversa, lui bruno e un po’ più riservato -, che appena mi videro, solo e spaventato, capirono subito tutto, compreso che ero con un gruppo… che mi aveva perso!

Improvvisamente, mi sentii al sicuro, capendo che loro non mi avrebbero abbandonato, e in cuor mio li definii subito, ma proprio subito, “Due angeli custodi mandati da Dio”. Lei, Lisa - che, vedendomi stupito da come mi capiva bene, mi disse, a mo’ di spiegazione, che faceva la maestra -, e il suo amico, seguendo le mie indicazioni presero l’agenda telefonica dalla mia borsa, e, utilizzando il cellulare di lui, riuscirono a rintracciare il gruppo di volontari, e relativo educatore volpone, che mi avevano perso, facendomi venire a prendere.

E questa fu la mia prima, grandissima vittoria!

Ora qualcuno di voi si chiederà: Chissà quanti complimenti avrà ricevuto, chissà in quanti modi si saranno prodigati in scuse e spiegazioni, chissà come avrà fatto Sergio a ritrovare l’educatore volpone e i relativi volontari tra la montagna di cenere con cui si saranno cosparsi il capo?!

Ebbene, no. Non è accaduto nulla di tutto questo. Anzi, tutt'altro.

Si scatenò un inferno di omertà che proprio non mi aspettavo, e che non solo mi ha impedito di avere il numero di cellulare dei due giovani, che l’educatore volpone e due volontari possedevano e che mi avevano promesso di darmi, ma costringendomi anche a constatare l’unanime disinteresse di tutti i volontari presenti quel giorno, che, pur conoscendomi da anni e avendo la mia e-mail, in modo assolutamente disciplinato decisero di non farsi più sentire.

L’unica cosa che smosse loro e il loro educatore-capo, altrettanto volpone di quello del Parco, fu un’e-mail che inviai - poco prima di Natale - a molte persone di loro conoscenza, e per correttezza anche a loro stessi, informando tutti di ciò che stava accadendo.

Ovviamente, Volpone II fece di tutto, ma proprio di tutto, per minimizzare l’accaduto, ma la valanga di e-mail che gli piovvero addosso chiedendogli spiegazioni, di cui mi riferì in un maldestro tentativo di rimbrottarmi, lo costrinsero a farmi incontrare Volpone I e i relativi omertosi volontari, come stavo chiedendo da mesi.

E questa fu la mia seconda, grandissima vittoria! 

Quello che Volpone I, Volpone II, e compagni, non sapevano, era che, proprio in quel periodo, Andrea Carlo Cappi stava preparando un numero di M-Rivista del mistero - con la quale collaboravo stabilmente da quattro anni - intitolato Lezioni di paura. Con tutta la paura che avevo provato ma che ero riuscito comunque a dominare, e con la voglia immane di rintracciare la giovane coppia che mi aveva soccorso, colsi al volo l’occasione per scrivere Solo!, un lungo racconto - che potete scaricare gratuitamente dal web (CLICCA QUI) - in cui narro, attimo per attimo, tutto quello che avevo vissuto e realmente pensato in quelle due ore di autentico terrore al Parco di Monza.

Anche in questo caso non mi dilungherò nei dettagli, ma questo fu l’inizio di uno strepitoso successo: giornali e riviste, blog, scrittori e scrittrici, persone che conoscevo poco o che non conoscevo affatto, mi manifestarono, tutti, la loro completa solidarietà, attivandosi per diffondere la mia storia. Persino le radio diffusero il mio appello per ritrovare i miei due giovani ed encomiabili soccorritori. E io partecipai a due programmi radiofonici della RAI, di cui uno addirittura in diretta, al quale andai come ospite parlante in studio, incredibile ma vero, in qualità di scrittore.

Tutto ciò, sia ben chiaro, per un numero di cellulare - quello dei miei due giovani soccorritori -, promesso ma mai dato!

E questa fu la mia terza, grandissima vittoria!... A dispetto della mia disabilità e di tutti coloro che pensano, erroneamente, che una persona disabile non possa reagire! 

Ora sono passati ben diciotto anni da quella fatidica Domenica 9 Aprile 2006 che cambiò radicalmente la mia vita, e io di quella brillante coppia di giovani che mi aiutò, di cui parlo anche nel mio libro Mister Noir (edito da Oakmond Publishing - CLICCA QUI), dedicando loro un mio racconto - il crossover Assalto alla RAI - , purtroppo non ho saputo più nulla.

Ma io mi ostinerò sempre a ricordarli, sempre nell’annosa speranza di riuscire a rintracciarli e, finalmente, ringraziarli!

 ©Sergio Rilletti, martedì 9 aprile 2024


lunedì 8 aprile 2024

PAROLA DI SCRITTORE (2x07): MyLife - CELLE LIGURE E IL PRONTO INTERVENTO DELLA SOLIDARIETA' (Un racconto autobiografico inedito - Scritto per Radio Skylab)

Salve a tutti, e Benvenuti alla settima puntata di Parola di Scrittore!... A settembre, quando inaugurai questa nuova stagione, vi raccontai di come io, questa estate, a Celle Ligure, nonostante le mie notevoli difficoltà motorie e di locuzione, fossi riuscito a dissuadere un ragazzino che voleva tuffarsi dalla passeggiata lungomare in un punto dove il fondale marino è basso e pieno di scogli. Un mio breve resoconto autobiografico, intitolato Io e il piccolo tuffatore, che ora potete leggere sul mio blog e che, secondo me, offre diversi spunti di riflessione (CLICCA QUI).

Oggi, invece, vi parlerò di un grande moto di solidarietà collettiva che ho potuto sperimentare personalmente, verso la fine di febbraio, sempre a Celle Ligure. E, anche questa volta, lo farò attraverso la forma del racconto.

Celle Ligure, giovedì 22 febbraio 2024, ore 17.40 circa

Era una giornata uggiosa, che però non aveva impedito a me e alla mia famiglia di andare a mangiare al bar-trattoria Bollicine e di farmi una lunga passeggiata post-prandiale, facendo Celle coast-to-coast, per sgranchire le ruote della mia carrozzina elettrica.

Stavo transitando sul Lungomare Crocetta, che oltre a costeggiare il mare è costeggiato, a sua volta - dall’altro lato -, da un viale alberato, quando alcune gocce di pioggia mi fecero capire che era ora di tornare a casa.

Ero giunto, sempre stando sul lungomare, all’altezza di Via Boagno - meglio nota come la piazza principale del paese -,  quando la carrozzina fa un BEEP e si ferma.

Sotto la pioggia.

Provo a riaccenderla, ma tutti i led colorati sul joystick fanno avanti e indietro un paio di volte, lampeggiano per qualche secondo, e si spengono.

Ripeto l’operazione ancora tre volte, ma il risultato non cambia.

E ora, che faccio? Sì, certo, potrei chiamare mia mamma o mia zia, ma come faccio a far capire che, oltre a venire qui, devono pure portare la carrozzina manuale?

Mentre mi arrovello in questi pensieri, sotto la pioggia ormai battente, spunta un giovane che, chiamandomi per nome, mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Io, ovviamente, rispondo di sì, e lui mi si avvicina. Guarda la carrozzina e tenta invano di spingerla; io gli indico, sul fianco destro della carrozzina, la levetta per sbloccare le ruote, ma lui non capisce e continua a provare a spingermi, scuotendomi invano.

Arriva un secondo ragazzo che vorrebbe aiutare, ma, pochi secondi dopo, ne arriva un terzo, che dà un nome al primo: Mirko. E allora Secondo se ne va.

Indico anche a Terzo la levetta, e lui capisce.

Mirko e Terzo cominciano a spingermi, e io ora, che ho chi può spiegare velocemente la situazione, posso telefonare a mia zia, che risponde. Mirko, mentre con Terzo si avvia a farmi scendere la rampa della passeggiata, la informa di quanto è accaduto e che mi stanno portando al bar ‘a Battigia (al di là della cosiddetta piazza).

Mi spingono, sempre sotto la pioggia, fino all’entrata laterale, e mi posizionano a pochi metri dal bancone, dove c’è Federica, che, nella mia mente, ho sempre ritenuto la proprietaria del locale.

Dopo pochi minuti arriva la zia, che mi fa provare ad accendere la carrozzina per vedere cosa fa, e, dopo qualche tentativo, chiama mia mamma.

Lo spazio è angusto, e ogni avventore che si avvicina al bancone per pagare, mi nota e, parlando con mia zia, manifesta il proprio sconcerto. E lei, sopraffatta dall’attenzione che stiamo ricevendo, continua a declamare a chiunque che, per fortuna, le persone brave fanno meno rumore ma sono di più.

Compaiono due giovani: si offrono di aiutarci, ma hanno fretta, e, quando appurano che non sappiamo cosa chiedere loro, se ne vanno.

Ne arrivano altri due, quasi in contemporanea con mia mamma, che mi fa riaccendere la carrozzina… con lo stesso risultato. I due nuovi giovani osservano la carrozzina da vicino; sembrano esperti e, mentre la mamma e la zia valutano il da farsi per ritornare a casa, mi mostrano che dal cavo del joystick esce acqua.

Federica vede tutto, ci propone di chiamare la Croce Rosa, e inizia a provare.

I due giovani cominciano a osservare sotto, e, dopo aver scattato una foto col cellulare, ci dicono che, secondo loro, la batteria perde olio.

Grazie alle continue telefonate di Federica, a un certo punto, davanti a me, appare il mio amico Marco Minuto, in qualità di milite della Croce Rosa. Fa qualche prova, con le ruote bloccate e sbloccate, e decide di chiamare una loro auto, sulla quale potrebbe farmi salire con tutta la carrozzina. Sì, certo, è un po’ preoccupato per quando dovrà spingermi su per la rampa di casa, ma non c’è nient’altro da fare.

Dopo pochi minuti arriva un’auto della Croce Rosa, guidata da un altro volontario, che poi scoprii chiamarsi Alessandro.

Giunti sotto casa, lui e Marco riescono a spingermi a viva forza su per la salita, munita pure di curva, parcheggiandomi, al sicuro, nella mia camera.

Ecco, questa è la storia; una storia non solo di un Pronto Soccorso ufficiale, inconsueto e insperato, che proprio non mi aspettavo, ma pure di un pronto intervento cittadino, spontaneo e solidale, che ho capito subito che dovevo raccontare. 


Bene, con questo è tutto. Salutandovi, però, questa volta vi do un vero e proprio appuntamento. DOMENICA 28 APRILE, alle Ore 15, presso la Galleria Crocetta (sul lungomare di Celle Ligure), durante la fiera Celle che legge, farò una nuova presentazione del mio Mister Noir (edito da Oakmond Publishing).

Se volete incontrarmi di persona, ora sapete dove trovarmi. E, con me, ci sarà anche Martin Zanchetta. 


©Sergio Rilletti, sabato 6 aprile 2024, ore 11.45, Radio Skylab, per "PAROLA DI SCRITTORE-CINQUE MINUTI CON SERGIO RILLETTI" - Letto da Stefano Pastorino e Martin Zanchetta