Il commissario Somaro
non ne poteva più. E, mentre meditava sui regali da fare, pensò che quel S.
Natale avrebbe fatto fuori qualcuno.
Non un
criminale, probabilmente, ma qualche suo parente.
Che poi, a ben
vedere, non c’era questa gran differenza.
Ogni anno era
la stessa storia. Frotte di parenti che si incontravano nelle case altrui,
infestandole di auguri, dolci, e insulti al cianuro.
Il
commissario Somaro aveva due famiglie di parenti: i Troppospesso e i Quasimai.
I
Quasimai erano bravissimi: si vedevano di rado, e quindi, quando aprivano
bocca, dicevano solo cose sensate.
I
Troppospesso, no. I Troppospesso aprivano la bocca troppo spesso (appunto); non
importava con che frequenza parlassero: ogni volta che lo facevano si
rimpiangeva il silenzio!... Ascoltavano molto, questo sì, ma non capivano nulla.
Mai. Neanche quando sembrava!... Il commissario sentiva l’obbligo morale di far
sentire al meglio gli ospiti che invitava a casa, i Troppospesso no; e ogni volta
che si accettava, incautamente, un loro invito a cena, si viveva nel terrore
che qualche bomba, devastante come uno tsunami, potesse esplodere, ritrovandosi
con un coltello piantato nella schiena.
Poi,
un istante dopo, loro ritornavano normali, si riprendevano il coltello, e si
chiedevano, stupiti, perché tu non eri più come prima; non pensando che,
magari, eri ancora frastornato per lo tsunami che ti avevano appena scatenato
addosso.
Fu
in quel momento che gli venne in mente il regalo giusto per loro.
Consultò
un sito Internet, e sorrise. Ecco cosa avrebbe regalato ai Troppospesso, per quel
S. Natale: un bel viaggio in India, sulla costa occidentale, possibilmente ben
in riva al mare.
Lo
so che non doveva augurarselo, per rispetto delle popolazioni che vivevano lì,
ma c’erano buone possibilità che quell’anno, i Troppospesso, venissero travolti
da un bello tsunami!
©Sergio
Rilletti, 2013
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