Salve a tutti, e Benvenuti a questa gioiosa inaugurazione
ufficiale di Casa Caldera!...
Alcuni anni fa, molto prima di
conoscere questa bella realtà e la sua splendida équipe, scrissi un racconto per
un’antologia, in cui Mister Noir, il mio eroe seriale - un detective privato di
Milano affetto da tetraparesi spastica, esattamente come me -, esaltava la
fortuna che aveva di poter vivere a casa sua con una domestica filippina che lo
aiutava totalmente, vivendo la propria vita come meglio credeva, senza doversi
rapportare ogni giorno con certe regole e figure di riferimento, caratteristiche
di istituti e comunità, che limitano, di fatto, la libertà individuale.
E in effetti, per pura
combinazione, la pensavo anch’io così!
Poi, una serie di vicissitudini,
tra cui il reale rapporto con un mio momentaneo
assistente - col quale ho gestito personalmente anche l’intera parte burocratica
-, mi hanno fatto riconsiderare la possibilità di andare a convivere con altri
coinquilini con disabilità.
Anche perché sapevo che stava
per profilarsi questa specifica realtà.
E così decisi di avvicinarmici;
e, dopo un paio di incontri, in cui capii che l’individualità e la vita di ogni
possibile coinquilino veniva posta al centro del progetto, decisi di verificare
personalmente tali intenzioni, facendo una sperimentazione, venendo a vivere
qui per due settimane.
Due settimane in cui cercai di
trasferire la mia vita quotidiana qui, a Casa Caldera.
Quindi, mi crearono uno spazio -
all’interno di questa sala -, semichiuso da un séparé e denominato Il mio ufficio, in cui installai il mio
computer e relative attrezzature, permettendomi così di continuare la mia attività
di scrittore; mi misero la televisione in camera, in modo che potessi
rilassarmi, in privato, come faccio a casa; continuai a ricevere il mio
fisioterapista a domicilio, pur
avendo cambiato domicilio; effettuai, da solo con la mia carrozzina elettrica,
una piccola esplorazione del cortile, dove un gentil signore mi salutò; e
ospitai un po’ di amici, a diversi orari, andando, una volta, persino una
pizzeria qui vicino dove, per puro caso, incontrai lo stesso gentil signore che
mi aveva salutato in cortile, e col quale, coadiuvato dalla mia amica Simona,
scambiai quattro chiacchiere.
Tutto questo, e molto altro, in un clima di assoluta allegria e serenità, che tutti coloro che lavorano qui dentro sanno creare; e trovando in Sillia, l’unica attuale residente fissa di Casa Caldera, una compagnia proprio piacevole.
Tutto questo, e molto altro, in un clima di assoluta allegria e serenità, che tutti coloro che lavorano qui dentro sanno creare; e trovando in Sillia, l’unica attuale residente fissa di Casa Caldera, una compagnia proprio piacevole.
Certo, ho dovuto anche andare un po’ incontro alle esigenze di chi era
di turno, anche perché è comunque nella mia natura immedesimarmi negli altri, ma,
rispetto ad altre realtà che ho visitato in passato - e a cui, in alcuni casi,
non ho concesso neanche un giorno di prova -, è sicuramente un idillio, la
soluzione migliore a cui posso aspirare.
Non so se Neil Armstrong, il primo uomo che approdò sulla Luna, con la sua
celebre frase “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”
alludesse esattamente a questo. Ma, sicuramente, è una frase che calza alla
perfezione a questa nuova realtà!